Nuovo rondò lungo la via Emilia: lavori più cari di 200mila euro

Codogno, il cantiere doveva scattare il 5 settembre ma è stato bloccato. L’attraversamento resta a rischio

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di Mario Borra

Sono circa 200mila euro che dividono, al momento, il sogno di realizzare il nuovo rondò lungo la via Emilia, all’altezza dell’innesto con viale Cadorna, dall’inizio dei lavori. È infatti la cifra che l’impresa aggiudicataria dell’opera ha chiesto in più alla Pro Logis, la committente dell’intervento inserito come onere compensativo nel progetto di allargamento del sito logistico tra Somaglia e Casalpusterlengo. Il cantiere avrebbe dovuto insediarsi il 5 settembre scorso e tutto era pronto per la tanto sospirata opera attesa da parecchi anni e molto importante per rendere sicuro un punto molto sensibile visto il transito quotidiano di studenti dell’Itis Cesaris; il Comune aveva già addirittura predisposto un’ordinanza per la chiusura di tratti di strada e per spostare la fermata dei bus. Ma, come una doccia fredda, un paio di giorni prima dell’avvio dei lavori, è arrivata la richiesta di aggiornamento dei prezzi che ha irrigidito la posizione del committente.

Risultato: l’opera non è partita e ad oggi, ad una settimana dallo stop, non vi sono ancora avvisaglie sulla possibile partenza. Il sindaco Elia Delmiglio era stato subito chiaro, ribadendo che la soluzione non sarebbe stata veloce. "Speriamo che le parti possano trovare un accordo quanto prima, nel giro di qualche settimana" aveva sottolineato il primo cittadino, non nascondendo il fastidio per l’avvio del lavoro sfumato all’ultimo secondo. "Sarebbe bastato saperlo in anticipo – spiegano da palazzo – magari si sarebbe potuta affrontare la situazione senza precludere l’avvio del cantiere molto importante per la città. Siamo altresì consapevoli che l’aumento dei prezzi delle materie prima sta mettendo in seria difficoltà le imprese e la loro stessa sopravvivenza sul mercato". La speranza è che si trovi un accordo tra le parti e non si arrivi all’apertura di un contenzioso. E lo spauracchio riguarda anche la tempistica visto che, se si dilatasse oltremodo, si rischierebbe di dover spostare il cantiere all’anno prossimo.