Nigeriana arrestata per tratta di essere umani e sfruttamento della prostituzione

Indagine della Mobile di Lodi: una minore, sottoposta a rito vodoo e sbarcata via mare dalla Libia, veniva poi venduta sulla strada

Polizia in azione (foto di repertorio Attalmi)

Polizia in azione (foto di repertorio Attalmi)

Lodi, 4 luglio 2018 - E' stata rinchiusa nel carcere di Bergamo, dopo essere stata identificata in seguito ad un ricovero ospedaliero, la nigeriana A.K., di 35 anni, su cui pendeva da inizio anno un ordine di carcerazione per sfruttamento della prostituzione con minorenne e tratta di esseri umani, per cui è competente la Procura Distrettuale Antimafia. L'intera indagine, condotta dalla Squadra Mobile di Lodi con intercettazioni e controlli, era partita dopo che, nel settembre 2016, una minorenne nigeriana, costretta a prostituirsi a Monza, aveva chiesto aiuto ed era stata portata in una comunità protetta nel Lodigiano.

La ragazzina aveva raccontato di essere stata sottoposta a rito vodoo prima di partire dalla Nigeria; aveva quindi attraversato la Libia ed era arrivata sui barconi via mare ad un Cie, dove era stata 'prelevata' dalla Madama. Quest'ultima, l'aveva poi costretta a prostituirsi sostenendo che la minore le dovesse 25 mila euro per il viaggio. Già lo scorso novembre la Questura di Lodi aveva arrestato 7 nigeriani richiedenti asilo che, con lo stesso meccanismo, compreso il rito vodoo, avevano 'importato' delle connazionali, riducendole in schiavitù e costringendole a prostituirsi sulla Binasca. L.D.B.