Trovato morto nel fiume Adda: la Procura chiede l’archiviazione

Lodi, la mamma di Giorgio Medaglia non crede al suicidio: "Presenteremo opposizione"

Giorgio Medaglia è stato trovato senza vita cinque giorni dopo la sua scomparsa

Giorgio Medaglia è stato trovato senza vita cinque giorni dopo la sua scomparsa

Lodi - Per la Procura di Lodi si è trattato di suicidio. Il procuratore Domenico Chiaro ha chiesto l’archiviazione dell’indagine sulla morte del 34enne di Lodi Giorgio Medaglia, trovato annegato nell’Adda a Cavenago il 3 luglio 2020, cinque giorni dopo essere scomparso dalla casa dove abitava con la madre. Giorgio, come ricostruito dagli inquirenti, si era allontanato dal suo appartamento con il proprio scooter, ritrovato poi dai carabinieri alla Martinetta. Anche una perizia informatica e l’analisi della corrispondenza elettronica non hanno dato indicazioni di frequentazioni o messaggi sospetti. L’uomo aveva una cerchia di amici molto ristretta, al di fuori della quale frequentava solo una palestra. "Abbiamo fatto anche un supplemento d’indagini - spiega il procuratore Chiaro -. Tutto quello che potevamo fare è stato fatto per poter escludere ogni ipotesi. Ora la procedura prevede che sarà il Gip, in caso di opposizione da parte della famiglia, a disporre o meno l’archiviazione e che potranno anche essere indicati ulteriori approfondimenti".

La madre di Giorgio Medaglia ha sempre, comunque, voluto escludere il suicidio. "Giorgio era un ragazzo sempre sorridente, gentile e disponibile - dice la madre Ombretta -. Amava la vita e tante persone gli volevano bene. Non si sarebbe mai ucciso. A fargli del male è stato sicuramente qualcuno che lui conosceva bene. Sono convinta che non sia stato un suicidio. E ci sono tanti aspetti che non tornano". A quasi un anno dalla scomparsa per la famiglia restano tanti i dubbi sulle ultime ore del 34enne prima di finire annegato nell’Adda. Il giovane alle 21.30 di domenica 28 giugno 2020 era uscito col motorino dalla sua casa in via Aldo Moro, mentre la madre, esausta per il turno di lavoro da infermiera, era già a dormire. Nella zona era stato visto solo un’ora più tardi. Poi la scomparsa, con lo scooter bianco di Medaglia ritrovato in viale Aosta, poco distante dal fiume. E le parole di un testimone che sostiene di aver visto un ragazzino con la maglietta bianca e fisico esile parcheggiare il mezzo in zona. Poi c’è il mistero dei vestiti del 34enne, trovato nel fiume con pantaloncini rossi da ginnastica, mentre quella sera era uscito con i pantaloncini di jeans. "Chiedo solo la verità - conclude Ombretta Meriggi -. Non si possono chiudere così le indagini. Presenteremo opposizione".