Valera Fratta, famiglie esasperate: "Coi migranti vicini di casa non si vive"

Le accuse: baccano fino a tardi e spese comuni non pagate

Da sinistra Alessandro Dassi, Simona Rognoni e Danilo Bertin

Da sinistra Alessandro Dassi, Simona Rognoni e Danilo Bertin

Valera Fratta (Lodi), 11 novembre 2018 - All'inizio erano solo cinque uomini africani, in poco tempo però il numero era salito a 30, tanto da rendere la situazione invivibile. Da qualche mese però dopo un controllo dell’Ats della Città metropolitana inviato dalla prefettura di Lodi il numero di migranti accolti si è assestato a 18. Nella palazzina di via Quasimodo a Valera Fratta (paese da appena 1.600 abitanti), la situazione per gli inquilini è diventata insostenibile da almeno un paio d’anni. Nel condominio, suddiviso su due piani, ci sono sei appartamenti, di cui tre di proprietà di famiglie italiane e tre acquistati dalla cooperativa Milano solidale che gestisce richiedenti asilo anche a Lodi in zona Selvagreca.

Dall’arrivo dei profughi il cancelletto e il portone del palazzo sono sempre aperti. Il cortile è assediato dalle biciclette. Nell’aria si sentono odori di cucina etnica. Un’insieme di fattori che stanno esasperando i condomini. «Adesso siamo in minoranza, ormai ci sentiamo meno padroni e più ospiti di un immobile nel quale abbiamo investito tutti i nostri risparmi», spiega amareggiato Danilo Bertin che insieme alla moglie Simona Rognoni abita a Valera da quasi quattro anni. Uno dei tre appartamenti che accoglie 6 dei 18 migranti è proprio vicino alla casa della famiglia Bertin. «Ogni giorno si sentono rumori costanti che iniziano la mattina e finiscono all’1 di notte – racconta Simona –. Mio marito lavora su turni e ha bisogno di riposare. Io invece esco di casa alle 5 del mattino. È una situazione insostenibile che ci sta portando all’esasperazione. Abbiamo anche pensato di vendere la casa che abbiamo acquistato con tanti sacrifici, ma di sicuro il suo valore è crollato. In paese tutti sanno che qui ci sono richiedenti asilo». «Non vogliamo passare per razzisti – puntualizza un altro condomino, Alessandro Dassi, che abita al secondo piano –. Da troppo tempo però stiamo vivendo un certo disagio».

Della delicata situazione che sta attraversando il condominio di via Quasimodo sono informati da tempo il sindaco di Valera Fratta, i carabinieri di Sant’Angelo Lodigiano e la prefettura. L’ultima risposta firmata dal capo di Gabinetto della prefettura di Lodi, Sara Morrone, è arrivata alla mail di Bertin martedì. «Noi chiediamo alla prefettura un intervento per togliere o almeno ridurre il numero di migranti – dice Bertin –. Ma nessuno ci prende in considerazione. Siamo inascoltati e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti». Inoltre, ulteriore beffa, secondo i condomini che tengono conto delle poche bollette per la luce sui pianerottoli della palazzina, la cooperativa Milano solidale non avrebbe pagato oltre 600 euro di spese. «La bolletta è bimestrale e i costi sono raddoppiati da quando si sono aggiunti questi condomini» spiega Dassi.