Caso mense a Lodi, il sindaco agli insegnanti: "Nessun bambino è discriminato"

Replica di Sara Casanova alla lettera inviata dai docenti: "Nessun insegnante è stato costretto a mandare a casa gli alunni all'ora di pranzo e nemmeno a dividere i bambini"

Sara Casanova, sindaco di Lodi

Sara Casanova, sindaco di Lodi

Lodi, 5 novembre 2018 - Centoquaranta docenti hanno scritto al sindaco di Lodi, Sara Casanova, chiedendo la revisione del provvedimento sul «buono scolastico per gli alunni stranieri», che ha provocato polemiche nelle ultime settimane per la difficoltà di accesso, e il primo cittadino ha deciso di rispondere.

«Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale, tutti sono uguali davanti alla Legge e l'istruzione inferiore è obbligatoria e gratuita - dice Casanova -. A nessun bambino, in questa città, è stata negata la possibilità di frequentare la scuola dell'obbligo. Leggendo la vostra lettera, non ho potuto fare a meno di notare con stupore che è stata sottoscritta solamente da 20 docenti che insegnano nelle scuole dell'infanzia e nelle primarie di Lodi. Tutti gli altri firmatari appartengono alle scuole superiori (Einaudi, Gandini, Itis, Maffeo, Piazza) e a una scuola secondaria di primo grado di Lodi (Cazzulani) o ancora a istituti esterni al Comune di Lodi (Casalpusterlengo, Paullo, Pieve Fissiraga, Tavazzano, Zelo Buon Persico) che nulla quindi hanno a che fare con i servizi scolastici oggetto del regolamento. Ciò nonostante questi stessi docenti sostengono di vivere 'in uno stato permanente di grande sofferenza e disagio'».

«Nessun insegnante è stato costretto a mandare a casa gli alunni all'ora di pranzo e nemmeno a dividere i bambini - ha aggiunto Sara Casanova -. La ditta responsabile della refezione ha sempre consentito a tutti di mangiare in mensa, anche se chiaramente l'autonomia scolastica prevede che in alternativa si possa portare il pasto da casa, e questo vale per qualunque bambino che sia cittadino italiano, della Ue o non comunitario. Gli uffici preposti segnalano che ad oggi sono in tutto una decina i bambini le cui famiglie hanno preferito quest'ultima soluzione. Lavoriamo per lo stesso obiettivo: creare una scuola equa nei confronti di tutti».