Mense scolastiche, aumenta il numero di chi chiede aiuto e il caso arriva in Finlandia

Anche una famiglia cinese si è rivolta al coordinamento Uguali Doveri. Una troupe della tv finlandese in città per un servizio

Presidio per i bambini esclusi dalla mensa a Lodi

Presidio per i bambini esclusi dalla mensa a Lodi

Lodi, 3 dicembre 2018 - Anche una famiglia cinese si è rivolta al Coordinamento Uguali Doveri. Cresce ancora il numero di bambini figli di extracomunitari che sono stati coinvolti nel “caso mense” che a Lodi ha stretto le maglie per l’accesso alle prestazioni sociali agevolate agli stranieri. Ora sono più di 220 gli studenti delle elementari che sono in attesa di novità dagli uffici comunali. La questione continua a suscitare numerose polemiche in Italia e all’estero.

Dopo gli articoli apparsi sui principali quotidiani, ieri i giornalisti di una tv finlandese sono venuti in città per intervistare gli esponenti del Coordinamento. Il gruppo, che negli ultimi mesi hanno raccolto oltre 160mila euro di donazioni, ha iniziato a pagare parte della mensa e del trasporto scolastico per 220 bambini figli di extracomunitari che sono stati coinvolti nel nuovo regolamento per l’accesso alle prestazioni sociali agevolate del Comune. Intanto cresce l’attesa per la sentenza del giudice civile di Milano Nicola di Plotti. La decisione dovrebbe arrivare entro fine mese.

Si tratta di una vicenda giudiziaria che farà sicuramente giurisprudenza. La sentenza del “caso mense” sarà, infatti, il primo in una materia che vede sempre più enti locali allineati ai principi portati avanti dall’amministrazione leghista di Lodi: per i cittadini italiani e comunitari basta presentare la certificazione Isee, per gli extracomunitari invece è indispensabile che il loro Paese d’origine attesti che là non hanno proprietà o redditi.

A sostenere l’illegittimità del regolamento della Giunta Casanova si è presentato l’avvocato Alberto Guariso, che ad aprile aveva depositato il ricorso. Dall’altra parte, il Broletto ha assegnato ai legali dello studio di Giuseppe Franco Ferrari, incaricato per settemila euro dal Comune, di difendere la legittimità delle regole imposte dalla Giunta Casanova.