Codogno, 170 famiglie morose per i servizi scolastici: mensa a rischio

Buco di 35mila euro, i figli potrebbero essere esclusi dalla refezione

Mensa scolastica

Mensa scolastica

Codogno (Lodi), 22 gennaio 2019 - Alle casse comunali, per i servizi scolastici dell’anno scorso, mancano quasi 35 mila: sono i fondi dei “morosi”, incolpevoli o meno, che non sono riusciti a corrispondere le cifre pattuite per il pre e post scuola, servizio bus e, soprattutto, la mensa. In totale, sono circa 170 le famiglie rimaste indietro con i pagamenti e che ora rischiano richiami e, in extrema ratio, che i loro bollettini finiscano a ruolo. Ovviamente il fenomeno non riguarda solo Codogno ed ormai è diventato endemico. Per Codogno però c’è una svolta, recente, quando, infatti, prima di Natale, il nuovo regolamento per il funzionamento dei servizi scolastici subordina l’accettazione delle domande all’accertamento dell’assenza di situazioni pregresse di morosità a carico del nucleo famigliare richiedente. Con tre sostanziali deroghe: una presa in carico del nucleo famigliare da parte dei servizi sociali, la regolarizzazione degli insoluti entro il 30 giugno, termine ultimo per le iscrizioni, e la presenza di piani di rateizzazione rispettati. Ma se i conti non sono a posto entro la fine di giugno, a settembre niente mensa.

La minoranza, già contraria al momento dell’approvazione del nuovo testo in aula, parte di nuovo all’attacco. «Dando per scontato l’assoluto dovere di pagare queste prestazioni, è la mensa il servizio più delicato perché quello con un valore educativo più alto e che, se tolta ai bambini, crea disagio e ingiuste differenze – afferma il consigliere comunale Giovanni Barbaglio (lista Codogno democratica e progressista) –. Questi debiti non riscossi pesano moralmente su una amministrazione e la sua politica che non è stata in grado di formulare né azioni di prevenzione tempestive e adeguate né di intervento immediato sui mancati pagamenti che, non intercettati in una fase iniziale, sono inevitabilmente aumentati».

Per Barbaglio, la politica della logica del «se non paghi non mangi» rischia di non risolvere la questione «scegliendo di ignorare le conseguenze psicologiche sui bambini visto che alcuni si vedranno trattati come alunni di serie B» mentre ci saranno problemi organizzativi della scuola «in quanto la complessità di gestire i bambini che non potranno andare in mensa perché etichettati come “mal pagatori” non è stata per nulla considerata. Pagare i servizi è un obbligo, fare differenze tra i bambini è una colpa».