Massalengo, baby vandali all'attacco del presepe

Danni e pose oscene con le statue postate sui social

Il presepe di Massalengo

Il presepe di Massalengo

Massalengo (Lodi), 13 dicembre 2018 - Per divertirsi hanno simulato un’orgia con le statue della Madonna e di San Giuseppe e con alcune pecorelle, una delle quali ha subito un danneggiamento. E poi hanno postato le immagini sui loro profili di Instagram.

Non ci è voluto molto, quindi, ai carabinieri, per risalire, senza ombra di dubbio, ai colpevoli, dopo la denuncia presentata alla stazione dell’Arma di Borghetto, dal neo sindaco leghista di Massalengo, Severino Serafini. Il fatto si è verificato nella notte tra sabato e domenica. I ragazzi in tarda serata, raggiunto il presepe allestito da un consigliere nella piazza del paese, hanno cominciato a posare per delle foto in pose sarcastiche ed offensive. C’era chi baciava la statua della Madonna, chi simulava atti sessuali con San Giuseppe, la Madonna e le pecorelle. Qualcuno fingeva di farli bere da una bottiglia, anche se non è stato appurato se si trattasse o meno di alcolici. Le immagini hanno fatto presto il giro tra i conoscenti degli 8 ragazzi coinvolti, di cui almeno 2 femmine, tutti tra i 14 e i 17 anni ed incensurati. Quando il sindaco le ha viste ha deciso di presentarsi lunedì alla caserma dei carabinieri per sporgere denuncia. Ieri, però, non ha voluto rilasciare commenti. I ragazzi, tutti identificati, devono ora rispondere dell’art. 404 del codice penale per “offese a una confessione religiosa mediante vilipendio o danneggiamento di cose” in un luogo aperto al pubblico: reato che può costare un’ammenda da mille a 5 mila euro ma anche la reclusione fino a 2 anni.

«L’hanno fatto senza un vero motivo, almeno così dicono - afferma il parrocco don Gianni Zanaboni - È comunque grave che dei 15enni abbiamo offeso così la tradizione del presepe. Dispiace, teniamo a loro, vengono all’oratorio, alcuni praticano sport. Quando sono qui cerco di motivarli: sono ragazzi vivaci, avevano già fatto un po’ gli stupidotti in piazza. L’anno scorso ho cercato di stargli particolamente dietro, ma è difficile. Anche loro sono un po’ vittime della cultura di questi anni, del rap, dei social».