Mascherine irregolari negli ospedali

Sequestri nei quattro nosocomi del Lodigiano per un rifornimento nazionale. L’Asst: nessun problema di scorte

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I sequestri di 250 milioni di lotti di mascherine, distribuite dalla seconda metà del 2020, disposti dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria e Compagnia della Guardia di Finanza di Gorizia, riguardano anche i quattro ospedali della Azienda socio sanitaria territoriale di Lodi. Un lotto era arrivato lì. L’azienda ospedaliera ieri ha ricevuto una notifica del provvedimento di sequestro, che invita a raccogliere le mascherine ancora presenti quanto prima e a restituirle al centro regionale di smistamento di competenza. La Finanza, dopo i dovuti accertamenti sui dispositivi di protezione in arrivo dalle strutture centrali impiegate nel fronteggiare l’emergenza ad oggi ha già sequestrato, a partire da Roma, 65 milioni di lotti, ma deve proseguire con i dispositivi distribuiti, alle logistiche delle sanità regionali, dalle strutture commissariali. Per gli inquirenti le mascherine in questione, Fp2 e Fp3, di varie tipologie, sono insoddisfacenti dal punto di vista della protezione dal virus e in alcuni casi (al momento non meglio specificati) avrebbero solo il 10% di filtraggio rispetto a quello certificato (in base alle norme uni en 149-2009). "L’Asst – ha fatto sapere l’azienda ieri con una nota – ha avviato immediatamente la raccolta e il ritiro delle mascherine non a norma: le 24.580 unità giacenti in magazzino e quelle già distribuite, che sono in corso di richiamo da parte dei reparti, saranno fatte confluire nei prossimi giorni presso un unico centro di raccolta regionale. Per il personale sanitario non si registrano problemi rispetto al fabbisogno di dispositivi di protezione: l’Asst di Lodi dispone, infatti, di scorte sufficienti per garantire la fornitura degli opportuni dispositivi di protezione facciale in sostituzione del materiale ritirato". Intanto ieri nuove critiche per la gestione dell’hub vaccinale al Cupolone di Sant’Angelo. Riccardo Tonelli di Pieve Fissiraga, 76 anni, ha raccontato: "Abbiamo aspettato in molti il nostro turno sotto la pioggia battente. Io ho solo una stampella per un ginocchio che ha problemi, ma c’era gente in carrozzella".

La sala d’aspetto interna al Cupolone e il tendone dell’accoglienza, "erano pieni. Il problema è stato il sovrapporsi a noi delle prenotazioni fatte antecedentemente da chi doveva vaccinarsi all’ospedale locale. Persone sono state dirottate nel nuovo hub. Li hanno vaccinati lo stesso ma che caos". Visto che potrebbe piovere fino al 20 aprile "un tenente dell’esercito chiederà un ulteriore tendone. Non era però certo di ottenerlo – ha spiegato ancora Tonelli -. Lascia perplesso il fatto che tutti sapevano di convocare anziani ma nessuno, a priori, si è posto il problema della fatica che fanno a stare in piedi. Al freddo poi!". "Una 80enne – ha concluso – aveva freddo non stava bene in piedi ma non hanno voluto farla passare davanti. La figlia è riuscita solo a procurarsi una sedia a rotelle e una coperta. Tutti ripetevano "veniamo qui per proteggerci dal Covid ma rischiamo la polmonite". Sul fronte dei nuovi contagi ieri sono stati 18 nel Lodigiano (erano stati 26 domenica), 21 nel Pavese (127) e 20 nel Cremonese 20 (88). A ieri nel Lodigiano erano salite a 46.858 le persone che avevano ricevuto almeno una dose (15.783 due dosi).Paola Arensi

Carlo D’Elia