Maleo, travolta al passaggio a livello: cinque mesi senza verità

Atteso a giorni l’esito della perizia cinematica sull’incidente che costò la vita a Elisa Conzadori, 34enne di Pizzighettone investita da un treno a Maleo

Elisa Conzadori la 34enne di Pizzighettone travolta da un treno

Elisa Conzadori la 34enne di Pizzighettone travolta da un treno

Maleo (Lodi), 19 gennaio 2021 -  Una tragedia ancora senza risposte. Sono passati più di cinque mesi dalla morte di Elisa Conzadori, 34enne di Pizzighettone, travolta con la sua auto da un treno in corsa al passaggio a livello di Maleo il 15 agosto dello scorso anno, ma ancora oggi non è stata del tutto chiarita la dinamica dell’incidente. Gli esiti della perizia cinematica, effettuata a inizio novembre su incarico della Procura di Lodi, sono attesi nei prossimi giorni. Al momento sul caso restano indagati due tra gli addetti di Rfi.

Il 15 novembre scorso gli inquirenti avevano ricostruito passo dopo passo cosa era accaduto quella mattina prima che Elisa venisse travolta dal treno in corsa mentre tornava a casa dopo il turno di lavoro al Famila di Codogno. Una tragedia avvenuta in pochi istanti. A Ferragosto, poco dopo le 11, la giovane mentre attraversava il passaggio a livello di Maleo (Lodi) a bordo della sua auto, una Citroen C1 rossa, è morta sul colpo dopo essere stata investita dal treno regionale che transitava a tutta velocità sulla linea Milano-Mantova. Secondo la Procura di Lodi mancherebbero però ancora un passaggio, risposte chiare ed evidenti per arrivare a chiedere la chiusura dell’attività investigativa. Risposte che potrebbero arrivare solo dall perizia cinematica, la simulazione della tragedia. Si tratta dell’unica ricostruzione in grado di spiegare passo dopo passo cosa è accaduto quella mattina.

"Chiediamo che venga fatta giustizia per lei: una morte del genere non è accettabile", continua a sostenere Walter Conzadori, 62 anni, il padre di Elisa che in questi mesi non ha mai smesso di lottare per arrivare alla verità il prima possibile. Intanto, il consulente nominato dalla famiglia Conzadori avrebbe notato, durante l’accertamento effettuato a inizio novembre alla presenza di tutte le parti coinvolte, un’anomalia alle sbarre del passaggio a livello "evidente", come ha raccontato lo stesso genitore della vittima: si tratterebbe delle centraline delle sbarre che non erano funzionanti perché i fili erano staccati. Un dettaglio che è finito al vaglio della Procura di Lodi che sul caso sta indagando a 360 gradi.