Long Covid, il virus lascia il segno. Anche un anno dopo. L'intervista allo pneumologo

Il dottor Francesco Tursi, malato della prima ora: donne e persone tra i 30 e i 50 anni sono i pazienti che ne soffrono di più

Francesco Tursi, 48 anni, pneumologo che lavora all’ospedale di Codogno

Francesco Tursi, 48 anni, pneumologo che lavora all’ospedale di Codogno

Codogno (Lodi) - Migliaia di pazienti che continuano a soffrire di disturbi. Problemi che durano anche mesi dopo essere guariti dal coronavirus. Si chiama Long Covid oppure Sindrome post acuta da Covid 19. Nell’Asst di Lodi da un anno e mezzo esiste un ambulatorio specializzato anche nella cura di questa nuova sindrome. Con il Covid non si scherza. E lo sa bene Francesco Tursi, 48 anni, pneumologo che lavora in corsia all’ospedale di Codogno, che il virus lo ha anche avuto a fine febbraio 2020, colpito mentre era in servizio nel primo fronte italiano dell’emergenza sanitaria, riuscendo a cavarsela dopo oltre un mese terribile tra il ricovero all’ospedale Sacco di Milano e la paura di non farcela. 

Dottor Tursi, quali sono i sintomi più diffusi del Long Covid? "I principali sintomi che sempre più stiamo vedendo nei nostri ambulatori sono l’astenia e la dispnea, segue in maniera abbastanza importante il dolore toracico, molto frequentemente vicino al cuore e un altro sintomo abbastanza frequente è rappresentato da dolori muscolari agli arti, mentre in maniera meno frequente osserviamo perdita di capelli, persistenza della perdita di gusto e olfatto, cefalea".

Quanti sono i pazienti che sta seguendo dopo aver sconfitto il virus? "Molti, ma non tutti con la sindrome Long Covid, e quasi tutti questi pazienti hanno avuto la polmonite nella prima ondata".

revede che il numero crescerà molto nei prossimi anni? "Penso che grazie all’avvento delle nuove terapie questi pazienti non saranno molti e comunque a distanza di due anni si vede che i sintomi del Covid piano piano cedono il passo, fatta eccezione per alcuni pazienti in cui i sintomi persistono, questi ultimi sono quelli affetti da Long Covid".

Ha un identikit del paziente? "In prevalenza questi pazienti sono di sesso femminile e in giovane età, tra i 30 e i 50 anni".

I casi sono in aumento, ma la situazione negli ospedali al momento è sotto controllo. A incidere è sicuramente la campagna vaccinale: vuole lanciare un appello ai circa 15mila lodigiani che ancora oggi non hanno deciso di vaccinarsi? "Assolutamente sì, da ex paziente e medico che cura il Covid, rinnovo il mio appello ai miei concittadini ai quali chiedo di vaccinarsi per sconfiggere definitivamente questa malattia che sta sconvolgendo la vita di tutti noi. Vi parlo con il cuore in mano e la scienza di chi cura questa malattia da ormai due anni, vaccinatevi perché questa malattia non può essere solo letale, ma può essere anche fortemente invalidante e può lasciare segni sul lungo periodo".