Lodi, l'appello: "Il prefetto requisisca locali dove rinchiudere i maltrattanti"

Lodi, l’appello lanciato dalla consigliera di parità provinciale

Violenza

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Lodi, 6 aprile 2020 -  La violenza domestica si acuisce in questa fase che impone la convivenza forzata in casa di maltrattanti e vittime, spesso sotto gli occhi dei figli. Venera Tomarchio, in qualità di Consigliera di Parità e componente della Rete Territoriale Antiviolenza, interviene dunque per chiedere che, proprio "nell’ambito dell’attuale normativa di urgenza ed emergenza", vengano "reperiti, o se possibile requisiti da parte del Prefetto, locali dove eventualmente porre in isolamento, o in arresto domiciliare o in altra misura giudiziale prescritta, il soggetto violento, così da non creare ulteriori traumi alle vittime, donne e minori". I maltrattanti sarebbero quindi costretti, come il resto della cittadinanza, a non lasciare il domicilio.

"Pur comprendendo che tale azione necessita di uno specifico raccordo tra Prefettura, forze di polizia, procure ordinaria e minorile, e gli altri soggetti che si riterrà opportuno coinvolgere - rimarca Tomarchio -, questa strada merita di essere vagliata. Si otterrebbero infatti molteplici risultati, tra cui quello, non meno importante, di eliminare il senso di impunità di cui spesso godono i maltrattanti: è tristemente noto, infatti, che sono sempre le donne e i figli, spesso minori, a dover lasciare (in caso di denuncia o estremo pericolo, ndr) la propria abitazione, il lavoro o la scuola subendo così un’ulteriore vittimizzazione". Il Centro antiviolenza di Lodi, che ha in carico 130 donne, anche ora continua a garantire la reperibilità telefonica h24 al 3313495221.