2010-09-05
di MARIO BORRA
— CODOGNO —
ALLA FINE i pendolari della Bassa sono tornati a casa dopo che il convoglio sul quale stavano viaggiando ha accumulato quasi un’ora di ritardo.
E’ successo nella serata di venerdì quando il treno 2039, partito da Milano Centrale, è proceduto come una “lumaca” giungendo a destinazione dopo uno svervante viaggio durato praticamente il doppio di quanto stabilito dalla normale tabella di marcia. “E dire che proprio lo stesso convoglio era stato soppresso alla partenza alcuni giorni prima - ha spiegato Alessandro Grecchi, pendolare di Caselle Landi -. Suona dunque paradossale che, dopo un primo guasto, lo stesso treno evidenzi gli stessi problemi solo qualche giorno dopo».

IL TRENO, secondo il racconto di Grecchi, ma anche di altri viaggiatori, doveva essere alle 18 e 01 alla stazione di Codogno, approdo ultimo di numerosi utenti della Bassa, ma alle 18 e 24 si trovava invece ancora alle porte dello scalo di Lodi. “Abbiamo atteso ben 25 minuti fermi in mezzo alla campagna nei pressi di Rogoredo - spiega Grecchi -. Ma non solo: il treno si è bloccato anche nei pressi di Tavazzano e alla stazione di Lodi. Un vero e proprio calvario. Ci è stato detto che c’era stato un guasto in partenza. Alla fine, quando siamo ripartiti dallo scalo del capoluogo, è stato annunciato che il convoglio avrebbe viaggiato fino alla Bassa a velocità ridotta. Molti hanno quindi deciso di scendere e salire su un diretto per Mantova. Io sono rimasto in carrozza e alla fine sono arrivato, insieme ad altre persone che avevano scelto di proseguire con il treno lumaca, con circa un‘ora di ritardo a Codogno».
ENNESIMA GIORNATA difficile, dunque, per i viaggiatori della tratta Piacenza-Milano, anche se Trenitalia minimizza l’accaduto e fa sapere che «il ritardo è stato contenuto». Intanto, proprio dei problemi dei pendolari, si è fatto carico il vicesindaco Carlo Pizzamiglio il quale vorrebbe a breve (entro il mese di settembre) incontrare l’assessore alla mobilità provinciale Nancy Capezzera per mettere nero su bianco le problematiche degli utenti e delle stazioni. Già negli scorsi mesi, Pizzamiglio, insieme ad altri amministratori, aveva spedito per un paio di volte una specie di memorandum in Regione attraverso il quale si ponevano in evidenza i disagi sofferti giornalmente dai pendolari.