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di PIETRO TROIANELLO
— SAN ROCCO AL PORTO —
DEVOZIONE e religiosità popolare fondata su fede e altri valori forti di antica tradizione, ieri, hanno primeggiato in maniera corale nel momento clou delle celebrazioni liturgiche dedicate al Santo Patrono. I riti sono iniziati di buon mattino con la benedizione del pane sul sagrato della chiesa. Sono proseguiti alle 10,30 con la Messa solenne e poi a sera con la processione della artistica statua. San Rocco al Porto, paese di frontiera che anticamente veniva chiamato “Ca’ Rossa” ed era terra di pescatori e di traghettatori, ha vissuto la festa religiosa in maniera intensa e coinvolgente.
Il rito della benedizione dei panini, iniziato alle 8,30 dal parroco don Gianni Bergamaschi, è stato poi replicato da monsignor Gabriele Bernardelli, cancelliere vescovile della Diocesi di Lodi, poco prima del solenne pontificale al quale hanno preso parte le autorità locali con a capo il sindaco Giuseppe Ravera e i responsabili delle associazioni della borgata.

IL PRIMO cittadino ha presentato all’altare l’offerta dei ceri come dono dell’amministrazione, mentre monsignor Bernardelli nell’omelia ha richiamato le annotazioni storiche che legano il paese al culto di San Rocco ed ha anche reso pubbliche alcune sue testimonianze personali: «La mia vocazione - da detto il cancelliere vescovile, nativo della frazione Mezzana Casati — ha preso corpo proprio in questa chiesa quando da ragazzo le suore mi hanno invitato a partecipare alle Quarantore (adorazione Eucaristica). È stato il primo slancio spirituale, che poi gradualmente è venuto a consolidarsi. E - ha aggiunto - è per me una grande gioia condividere con i miei concittadini la celebrazione di questa messa dedicata al nostro patrono».

RICORDANDO la figura Rocco da Montepellier, proclamato santo nel 1414, monsignor Bernardelli ha citato alcune tra le più accreditate fonti storiche. Ha ricordato che San Rocco, patrono dei pellegrini e degli appestati soggiornò per un lungo periodo nei boschi affacciati sulle acque del Po tra Piacenza e la sponda lombarda del fiume, nutrendosi con il cibo che gli veniva portato dal suo fedelissimo cane. Ha esaltato la figura del Santo - morto a Voghera (e non ad Angera sul lago Maggiore come spesso indicato), nella notte tra il 15 e il 16 agosto del 1379, ed ha esortato i fedeli a fare tesoro di tutti i suoi insegnamenti». Il Ferragosto sanrocchino, uno tra gli appuntamenti di maggior richiamo nella Bassa Lodigiana, ha offerto opportunità di animazione e divertimento con largo anticipo rispetto alla ricorrenza religiosa. La festa è iniziata il 7 agosto con serate musicali negli spazi di via Leonardo da Vinci, dove sono stati allestiti anche stand gastronomici. L’appuntamento ha mobilitato oltre un centinaio di volontari coordinati dalla Pro loco. Sono anche state allestite mostre e collettive di pittura all’interno delle ex scuole elementari di via Roma. Unica nota negativa un contrattempo sopraggiunto nella serata del 13 agosto, quando gli appuntamenti al parco di via Leonardo da Vinci sono stati sospesi per intervento delle forze dell’ordine che hanno contestato alcune inadempienze amministrative. «Abbiamo chiarito tutto, è stato tutto sistemato» fanno sapere il sindaco Giuseppe Ravera e la presidente della Pro loco Daniela Ravera la quale al momento non ha rilasciato commenti riservandosi però di intervenire a festa finita.