2009-12-07
di FABRIZIO LUCIDI
— LODI —
LO CHIAMAVANO il «gruppo dei chimici»: Daniele Ferrari, Matteo Biagi, Marco Zoccolanti erano inseparabili. E insieme sono morti. Sabato alle 23,40 l’auto su cui viaggiavano si è schiantata contro lo sperone del guard-rail sulla via Emilia, allo svincolo che porta a Lodi. Con loro ha trovato la morte Cristian Carpene, fratellastro di Daniele. L’unico sopravvissuto, Matteo V., 19 anni, lotta fra la vita e la morte all’ospedale Maggiore di Lodi. Avevano visto insieme Juve-Inter in tv, a casa di un amico a Melegnano, poi erano saliti sulla Fiat Bravo di Daniele per continuare la serata alla discoteca Encanto di San Colombano. Una breve sosta in un bar, poi lo schianto. Un testimone racconta di una brusca sterzata sull’asfalto bagnato, dalla terza alla prima corsia per imboccare lo svincolo. I carabinieri si sono trovati di fronte una scena agghiacciante: rottami dappertutto, i corpi straziati. I vigili impegnati due ore per estrarli dalle lamiere, la corsa in ospedale per l’unico sopravvissuto. La via Emilia in direzione Milano-Piacenza è rimasta chiusa al traffico fino all’alba.
Freschi di diploma, avevano appena cominciato ad assaggiare la vita da adulti. I primi lavori, lo sport. E nei week-end le serate insieme. Gli amici li descrivono come ragazzi “senza grilli per la testa”. Daniele, 19 anni, promessa del tiro a segno, una casa a Montanaso in viale Santuario che condivideva con madre e patrigno. Ore e ore ad allenarsi al Poligono di Lodi con la pistola ad aria compressa. Una passione ereditata dal papà Patrizio. In pochi anni era diventato un agonista e si era guadagnato un titolo di campione regionale. Matteo, 20 anni, un’estate trascorsa a lavorare sui terreni confiscati alla mafia a Corleone, in Sicilia.

VIVEVA con la famiglia in via degli Abeti, a Melegnano. Poco lontano, in vicolo Ospedale, abitava Marco, 19 anni, ragazzo tranquillo e riservato. Uniti dalla passione per la chimica. Tutti e tre si erano diplomati l’anno scorso all’Itis Cesaris di Casale. «Una bella classe», racconta commossa Maria Teresa Cigolini, preside dell’istituto. «Daniele aveva vinto un concorso indetto da una multinazionale con un progetto chiamato C’è benzene nell’aria di Casalpusterlengo», rammenta. Aveva già trovato un lavoro, in una ditta chimica di Offanengo, nel Cremonese. «Anche Matteo ci aveva scritto del suo nuovo impiego», racconta Cigolini. «Marco, poi, era un ragazzo d’oro. Non faceva mai parlare di sè», ricorda la preside. Poi c’era Cristian, 18 anni, il nuovo arrivato nel gruppo, gran passione per il calcio e studi alberghieri in corso. Viveva con la madre a Castelseprio, nel Varesotto, ma sempre più spesso passava i week-end a Montanaso, dove il papà dopo la separazione si era rifatto una vita con la madre di Daniele e dove lui si era ritrovato un fratello della sua età, con il quale era nata una bella amicizia.