Legittima difesa, nel Lodigiano un brindisi per festeggiare

L'iniziativa è organizzata da Mario Cattaneo, l'oste che nel 2017 sparò e uccise un ladro che si era introdotto nella sua proprietà

L'osteria di Mario Cattaneo a Gugnano dove si svolgerà il brindisi domenica 28 ottobre

L'osteria di Mario Cattaneo a Gugnano dove si svolgerà il brindisi domenica 28 ottobre

Casaletto Lodigiano (Lodi), 28 ottobre 2018 - Un brindisi per festeggiare il primo passo verso la legge per la legittima difesa. L’appuntamento è oggi, domenica 28 ottobre, alle 12.30 all’osteria dei Amis di Gugnano, piccolo frazione di Casaletto Lodigiano, in quel locale dove la notte del 10 marzo 2017 l’oste Mario Cattaneo, 68 anni, nel tentativo di difendere la famiglia, sparò e uccise un ladro romeno, Petre Ungureanu di 33 anni che si era introdotto nella sua proprietà insieme a tre complici. Il brindisi, rigorosamente al sapore di Bonarda e Barbera, e il pranzo, con piatti tipici della cucina lodigiana, raccoglierà alcune vittime di rapina finite nel sangue e diversi simpatizzanti provenienti da tutta Italia. A organizzarla è l’Unavi, l’Unione nazionale vittime. Gugnano e l’osteria dei Amis, e Mario Cattaneo stesso, ritornano così a essere testimonial della «difesa legittima sempre in casa propria». L’ approvazione in Senato della legge di riforma della legittima difesa (con 195 voti favorevoli, 52 contrari e un astenuto) è il primo passo. La discussione ora passerà alla Camera. «Io non ho ammazzato per scelta – ha sempre dichiarato Cattaneo  - è stato veramente un tragico incidente. Non c’è giorno che non pensi al ragazzo che è rimasto ucciso ma io veramente non avevo nemmeno l’intenzione di ferirlo. So di avere la coscienza assolutamente tranquilla». Più o meno le stesse parole di Giovanni Petrali, tabaccaio milanese che nel maggio del 2003, minacciato e malmenato dai rapinatori, aveva estratto la pistola sparando quattro colpi andati a vuoto dentro alla rivendita a piazzale Baracca e altri tre all’esterno, uccidendo uno dei malviventi, un italiano pregiudicato. Petrali, che oggi ha 82 anni, è stato assolto anche in Cassazione e sarà tra gli ospiti che parteciperanno al pranzo da Cattaneo. Al tavolo siederà anche Giuseppe Maiocchi, il gioielliere milanese che il 13 aprile 2004 con il figlio Rocco sparò e uccise uno dei rapinatori che con una mazza chiodata avevano sfondato una delle loro tre vetrine, in via Ripamonti all’angolo con via Sibari.

Al processo per omicidio volontario venne condannato a un mese di reclusione. Presente anche Franco Birolo, il tabaccaio di Civè di Correzzola accusato di eccesso colposo di legittima difesa perché il 24 aprile 2012 aveva sparato e ucciso un ladro moldavo, il 20enne Igor Ursu, che si era introdotto di notte nella sua tabaccheria per rubare con altri tre complici mai identificati. Birolo è stato assolto in secondo grado. Tra gli ospiti del convegno che si terrà all’osteria dei Amis anche Federica Pagani, vedova di Pietro Raccagni, il macellaio di Pontoglio ucciso con una bottigliata l’8 luglio 2014 da quattro albanesi che entrarono nella sua casa. In estate lo stesso Cattaneo era stato chiamato al Senato per un’audizione informale insieme a tutte le persone che per difendersi dall’aggressione sono stati indagati, processati o condannati per l’eccesso di legittima difesa, lo stesso capo d’imputazione con cui si sta svolgendo a Lodi il processo all’oste di Gugnano. Poi a fine pranzo, ci sarà un momento di discussione tra i partecipanti per arrivare a definire delle linee comuni d’azione volte a tenere alta l’attenzione sul tema. «Sarà un momento per festeggiare un passaggio importante - spiega l’oste lodigiano -. La difesa deve essere sempre legittima. Ora sto affrontando il processo che per me è difficile da sostenere. Sono esausto. Per fortuna l’iter legislativo è stato avviato, manca solo il passaggio alla Camera, e non posso nascondere di essere molto fiducioso che la legge possa diventare effettiva in poco tempo. Accogliere qui da me in osteria tutti questi ‘colleghi’, che hanno vissuto tragedie simili a quella che sto vivendo io, è davvero un onore».