Lodi, investimenti da cento milioni: le aree dismesse si trasformano

Gli interventi in gran parte pianificati riguardano una superficie complessiva di 120mila metri quadrati

Aree dimesse a Lodi

Aree dimesse a Lodi

Lodi -  Lodi è in procinto di “cambiare pelle“: un investimento che si attesta, al momento, sui 100 milioni di euro per alcune grandi aree che si estendono su una superficie di 120 mila metri quadrati. Un po’ come i serpenti, il capoluogo sembra volersi togliere di dosso i segni del passato, legato al mondo produttivo, verso una trasformazione che è in fase di definizione. Gli interventi, in gran parte pianificati, riguardano infatti i piani di recupero di centri industriali e commerciali dismessi.

L’ex Linificio , che si estende su una superficie di 11mila metri quadrati in piazzale Forni, visibile però con le sue facciate fatiscenti lungo viale Trento e Trieste - edificio di proprietà del Comune di Lodi e che già ospita in una porzione il magazzino comunale, l’Agenzia delle Entrate, la Cisl, il Cfp - attualmente è in “pole position“ perché, grazie all’ex giunta di Sara Casanova, ha ottenuto 18,5 milioni per il recupero dell’immobile, a cui si aggiungono i 2,5 milioni stanziati da palazzo Broletto per il nuovo Archivio storico. I tempi per recuperare la “scatola“, il vecchio edificio costruito nel 1908 (e chiuso nel 1967) dove si lavorava il lino, legati al Pnrr, sono stretti: il contratto di affidamento dei lavori va sottoscritto entro luglio 2023.

Nel frattempo si è aperto in città un confronto di idee su come riempire di contenuti questo spazio, che in ogni caso sarà dedicato alla cultura e alla ricreazione: già si pensa, oltre ad esporre i beni museali rinchiusi nei caveau dopo la ristrutturazione della Biblioteca Laudense, anche al possibile posizionamento di una Cattedrale vegetale tutta nuova.

Ma serviranno altri investimenti. L’ex Consorzio Agrario, in passato simbolo del legame della città con la produzione agrozootecnica, compreso tra le via Anelli, Gandini e dei Visconti, riguarda un’area di 28mila metri quadrati: l’ex giunta Casanova aveva concordato con il privato un piano di intervento del valore di circa 20 milioni per farne un supermercato (Esselunga) e relativo parcheggio a ridosso della stazione e del centro: il Tribunale però lo ha bocciato perché mancava la procedura Vas di controllo ambientale. E al momento l’iter è congelato.

L’ex Coop, il primo grande supermercato arrivato in città, poi divenuto centro commerciale My Lodi, è stato abbattuto di recente (si salva un corpo di fabbrica con farmacia e banca): il gruppo Zucchetti, che ha già trasformato l’ex Pirellino nella ipertecnologica Zucchetti Tower, con un investimento di poco meno di 1 milione vuole ricavare nell’area di circa 10mila mq il nuovo Zucchetti village con altri uffici, ma anche ristorante e servizi. A rallentare per ora l’operazione sono i rincari delle materie prime e l’inflazione legati alla guerra.

Le due aree più grandi, entrambe a ridosso del centro storico, riguardano il passato produttivo di componenti elettriche e sono l’ex Abb e l’ex Cetem, rispettivamente di 34 e 37mila mq. La zona produttiva dell’ex Abb, sul retro della stazione, tra le vie Fascetti, sant’Angelo e viale Pavia, dopo il trasferimento dell’azienda alla frazione San Grato, è destinata a diventare un insediamento abitativo: 270 nuovi alloggi, più parcheggi e zone verdi, con un investimento di circa 60 milioni di privati. Per l’ex Cetem, il cui ingresso era in corso Mazzini ma i cui grandi capannoni si estendono poi sull’area di Selvagreca, non c’è ancora un piano di recupero.