Lodi, inventore truffato: "Hanno copiato i miei fornelli". Ma i giudici gli danno torto

Furzi nel 1996 ha brevettato il piano cottura coi quattro fuochi a rombo, "poi copiato da tutti". L’ultima delusione: caso archiviato a Forlì

Giorgio Furzi, 76 anni, di Ospedaletto Lodigiano

Giorgio Furzi, 76 anni, di Ospedaletto Lodigiano

Ospedaletto Lodigiano (Lodi), 19 gennaio 20120 - Ha brevettato il piano cottura "più sicuro al mondo". Un’idea semplice, ma funzionale, che sarebbe stata copiata dalle grandi aziende del settore. Curiosa la storia di Giorgio Furzi, 76 anni, residente a Ospedaletto Lodigiano, da qualche anno in pensione dopo una vita nel settore vendita di elettrodomestici e fotovoltaico, che nel 1996 brevetta il modello ornamentale di un piano cottura da 60 centimetri quadrati (che rappresenta la quasi totalità del mercato, il 95%) con i quattro fuochi disposti a rombo anziché agli angoli. A questo poi, nel 1999, aggiunge anche il brevetto del modello industriale con alcune aggiunte di sicurezza: una vasca di contenimento di eventuali fuoriuscite dalle pentole con un unico supporto copri fuochi complanare che elimina le più instabili griglie rialzate.

"Da oltre 20 anni lotto per far riconoscere quello che è un mio progetto che è stato palesemente copiato da tante aziende che producono fornelli", spiega il titolare lodigiano del brevetto che in questi anni di vessazioni e carte bollate dentro e fuori dai tribunali di mezza Italia ha speso oltre 200mila euro tra avvocati e rinnovi dei brevetti. Furzi ha presentato denunce contro diversi big del settore in 17 procure. Qualcosa sembrava muoversi negli ultimi due anni con il caso aperto dalla procura di Lodi, con un’approfondita indagine della Guardia di finanza, che aveva avviato una lunga attività investigativa che aveva poi portato alla realizzazione di faldone di presunte accuse nei confronti dei vertici di una delle aziende coinvolte nel plagio.

Il fascicolo poi era passato alla procura di Forlì (sede dove una delle aziende coinvolte ha uno stabilimento). La speranza di Furzi era che la vicenda potesse portare a un vero riconoscimento penale. Almeno fino a pochi mesi fa. A ottobre scorso infatti è arrivata l’ennesima beffa per il pensionato: la procura romagnola ha chiesto di archiviare il caso e l’istanza è stata accolta dal gip del tribunale di Forlì. A nulla è servita la sua opposizione, così Furzi ha denunciato anche il giudice di Forlì. "Io e il mio avvocato non capiamo le motivazioni dell’archiviazione – spiega il titolare del brevetto –. Abbiamo presentato tanti documenti per dimostrare la nostra posizione. Io mi sento raggirato da questi grandi marchi che sono riusciti a copiare la mia idea senza mai pagarmi un euro".

Furzi in seguito a numerosi incontri col management di uno dei giganti del settore, era giunto a un primo impegno scritto “di licenza d’uso“ dei brevetti, ma poco più di quattro anni fa ha iniziato a vedere in commercio i piani di cottura a rombo. Sono così iniziate una serie di azioni legali. "L’azienda ha chiesto la nullità dei brevetti: il consulente tecnico nominato dal Tribunale, che ho poi denunciato per perizia di parte e false dichiarazioni, ha dichiarato "non sufficienti" le sentenze preesistenti che già di per sé facevano preconfigurare il reato di lite temeraria (azione legale esperita con malafede, in genere con intenti dilatori, ndr )", sottolinea l’inventore lodigiano. Ora il 76enne ideatore dei fornelli "più sicuri al mondo" ha inviato una serie di lettere al Governo, indirizzandole all’attenzione dei ministeri del Lavoro e della Giustizia. "Aspetto delle risposte perché quello che è accaduto in questi anni mi ha distrutto la vita – conclude Furzi –. Sono stato raggirato e truffato dai grandi marchi".