La guerra ai profughi si fa col fuoco, doppio incendio al centro migranti

Nel Lodigiano un paese diviso per l’arrivo di 12 richiedenti asil

I carabinieri hanno raccolto reperti tra cui un oggetto nero trovato vicino alla finestra da cui gli ignoti sono entrati (Gazzola)

I carabinieri hanno raccolto reperti tra cui un oggetto nero trovato vicino alla finestra da cui gli ignoti sono entrati (Gazzola)

Guardamiglio (Lodi), 11 ottobre 2017 - Due roghi dolosi nel giro di dieci giorni. E se la prima volta poteva essere un caso, la seconda dà la certezza: a Guardamiglio, piccolo comune della Bassa Lodigiana, c’è qualcuno che danneggiando la palazzina gialla di via Dosso spera che i dodici richiedenti asilo destinati qui dalla vicina Lodi Vecchio non arrivino mai. Per questo i carabinieri, su impulso della Prefettura, proseguono senza sosta le indagini per dare un volto al vandalo che ha colpito lunedì all’alba. Nel vertice con le forze dell’ordine e il sindaco, scattato dopo l’ultimo incendio, il Prefetto è stato chiaro: il colpevole deve essere rintracciato. E non appena la struttura tornerà agibile, i profughi arriveranno. Nessun passo indietro.  Ovviamente i tempi slitteranno, perché l’ignoto incendiario, dopo aver rotto una finestra al pian terreno, è salito al secondo livello ed ha appiccato il rogo ai materassi di due stanze, bruciato la dispensa con il cibo e devastato gli altri locali a colpi di mazza, rompendo armadi e ribaltando i letti. Il fumo inoltre ha annerito ogni angolo del piano superiore. Intanto in paese sale la tensione: il sindaco Elia Bergamaschi è preoccupato per il «gesto deprecabile» e per il «clima avvelenato che si sta creando». «In paese ci sono 338 stranieri su 2.700 abitanti: persone per le quali non possiamo andare a casa a verificare cosa fanno – sottolinea il primo cittadino –. Qui invece, avremmo la situazione sotto controllo, con verifiche periodiche della cooperativa incaricata e la gestione seria di un gruppo ristretto di persone già presenti da tempo nel lodigiano, con documenti e tessera sanitaria, già inserite in un progetto di lavori socialmente utili. Non capiamo quindi dove stia il problema: è una situazione gestibile». Ma l'incendio doloso, seguito a quello avvenuto dieci giorni prima, è la spia di una situazione difficile. In paese c’è chi si schiera contro le parole del sindaco e si sfoga, specie su Internet. Anche il pizzaiolo del centro, che raccoglie le voci dei residenti, fa il conto: «Sento i clienti e quasi tutti non vogliono i profughi», dice Luigi Fusco. E l’ex sindaco Maria Grazia Tondini stigmatizza l’atto vandalico, ma denuncia «l’assenza di informazione. E poi il sindaco può bloccare questo centro», aggiunge.