Devastazione nella casa dei profughi: secondo rogo doloso in pochi giorni

Guardamiglio, qualcuno è entrato in azione all’alba. S’indaga a fondo

I carabinieri hanno raccolto reperti tra cui un oggetto nero trovato vicino alla finestra da cui gli ignoti sono entrati (Gazzola)

Guardamiglio - incendio, sopralluogo carabinieri

Guardamiglio (Lodi), 10 ottobre 2017 - Un vero e proprio messaggio intimidatorio. Marchiato con il fuoco. Qualcuno ha bruciato due stanze da letto e la dispensa e con le spranghe ha devastato gli arredi. I vandali piromani sono tornati in azione nel fabbricato ad oggi dismesso che si affaccia su via Dosso, a due passi dal centro storico, dove a giorni verranno ospitati un gruppo di richiedenti asilo provenienti da Lodi Vecchio e che verranno gestiti dagli operatori della coop milanese Adomicilio. Seconda volta in pochi giorni dopo il raid compiuto nella notte tra il 28 e il 29 settembre scorsi quando al piano terra furono bruciati cumuli di carta e legna. Allora il blitz sembrava una bravata, comunque dolosa ed intimidatoria, ma solo un atto fine a se stesso. Quello di ieri invece assume proprio i contorni di un piano preordinato. Infatti, l’assalitore (o il gruppo) ha agito, probabilmente prima dell’alba, aprendo la finestra al piano terra che si affaccia su vicolo Umberto I: sapeva che non vi erano telecamere e, dopo aver alzato la tapparella, è penetrato nell’appartamento che sarà messo a disposizione di un operatore della cooperativa ed è salito al secondo piano.

Qui ci sono quattro appartamenti, tutti ormai arredati, letti, armadi, cucine per accogliere la prima tranche dei 22 richiedenti asilo (dovrebbero arrivarne dodici tra qualche giorno). Il piromane è entrato in due stanze da letto di due appartamenti ed ha appiccato il rogo sui materassi. Poi è andato nel magazzino dispensa facendo la stessa cosa. In altri due appartamenti invece probabilmente un complice ha spaccato tutto, armadi, suppellettili e rovesciato i letti. Poi la fuga. La furia devastatrice non ha risparmiato nulla: il fumo denso ha invaso tutti gli ambienti, annerendo i muri ed uscendo dalle finestre. Qualcuno, ha dato l’allarme e sul posto, attorno alle 7, sono intervenuti i vigili del fuoco da Casale, Lodi e Piacenza.

L’incendio è stato presto spento e sono iniziate le indagini, più lunghe e meticolose, durate fino alle 11.30 quando all’immobile sono stati posti i sigilli: sul posto infatti sono intervenuti i carabinieri della Scientifica per raccogliere qualsiasi indizio utile per le indagini. Sono stati rinvenuti diversi reperti: in un sacchetto è stato infilato un oggetto nero con impugnatura trovato sul davanzale di una finestra. Non è escluso che si tratti di elemento importante per le indagini: forse era un coltello o un arnese usato per forzare la finestra e abbandonato. Sul posto sono intervenuti pure il tenente colonnello del comando provinciale di Lodi, Vittorio Carrara, il sindaco Elia Bergamaschi insieme al consigliere Ivan Farina. «Un gesto inqualificabile – ha tuonato il primo cittadino che ieri pomeriggio ha incontrato il prefetto –. Chi lo ha fatto non si rende conto delle conseguenze a cui andrà incontro». I richiedenti asilo sarebbero dovuti giungere in paese la prossima settimana ma dopo quanto accaduto dovranno attendere che lo stabile sia di nuovo a norma. «Così non si crea certo un bel clima – ha aggiunto Bergamaschi –. Noi comunque cercheremo di integrarli in lavori socialmente utili». Per il prefetto Patrizia Palmisani occorrerà fare di tutto per individuare il colpevole.