Il ricordo dei camici bianchi caduti sarà inciso per sempre a Codogno

A svelare la targa in ospedale. Francesco Passerini. sindaco della città divenuta . prima zona rossa d’Italia

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di Paola Arensi

La prima “Giornata nazionale del personale sanitario, sociosanitario, socioassistenziale e del volontariato“ è stata celebrata in contemporanea a Roma e a Codogno. Protagonista la città lodigiana da cui, per altro, è partito tutto, dato che il paziente 1 è stato diagnosticato proprio all’ospedale civico locale. L’obiettivo era celebrare il sacrificio dei camici bianchi. Il Lodigiano, tra i 326 medici morti in Italia durante la pandemia, piange il 61enne Ivano Vezzulli di San Rocco, che si occupava anche degli ospiti della cooperativa Amicizia di Codogno, Giuseppe Borghi, 64 anni, di Casalpusterlengo, Marcello Natali di 57 anni di Caselle Landi e Andrea Carli di 69 anni, di Codogno.

La targa simbolo di Codogno (che non ha ancora una collocazione precisa) è stata offerta dalla Fnomceo e dal Comitato permanente dei medici europei e recita: "In ricordo di tutti gli operatori sanitari che hanno donato la propria vita per la lotta contro il COVID-19. A loro l’eterna gratitudine". E proprio mentre il sindaco Francesco Passerini svelava la targa a Codogno, nella Capitale ne ha scoperta un’altra la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati. A Codogno, durante la cerimonia, erano presenti tra gli altri gli assessori regionali Pietro Foroni e Guido Guidesi, il prefetto Giuseppe Montella, il presidente dell’Ordine dei Medici Massimo Vajani, il direttore generale Asst Salvatore Gioia. "L’accaduto evidenzia l’importanza dei presidi sanitari territoriali e il grande valore del personale" - ha ribadito Foroni. "La Lombardia è la Regione che ha più sofferto - ha dichiarato il presidente Fromceo, Gianluigi Spata -. Questa data deve diventare memoria per le nuove generazioni". Ieri, davanti all’ospedale, c’era anche un presidio del Coordinamento territoriale lodigiano per il diritto alla salute: "È ora che si torni a occuparsi di malati cronici e oncologici fermi in lunghe liste di attesa".