Il papà di Elisa: "Rfi si deve prendere le proprie responsabilità"

"Mi aspetto non solo un pezzo, ma la verità per intero. Rfi si deve prendere le proprie responsabilità. Solo il fatto che ora vogliono sostituire tutti i passaggi a livello con sopraelevate, allora vuol dire che il problema della sicurezza esiste. Durante una prima perizia sull’auto di mia figlia, hanno notato del liquido appiccicoso sul cofano e qualcuno pensava fossero i segni dell’impatto del cofano con la sbarra, ma non si tratta dei resti del manufatto metallico, bensì dei rovi dentro i quali è finita dopo lo schianto a 40 metri dal punto di impatto". E poi stop a quasiasi tesi opposta all’anomalia del sistema di sollevamento. "Al sopralluogo a cui ho partecipato a Cremona, si vede bene il danno al convoglio provocato dallo schianto con l’auto di mia figlia. La verità è lì".

Walter, il padre di Elisa Conzadori, la 34enne di Pizzighettone travolta e uccisa da un treno in transito il giorno di Ferragosto mentre stava attraversando i binari del passaggio a livello di Maleo, lungo la provinciale 234, ha assistito, insieme all’altra figlia e al compagno di Elisa, alla prova cinematica di domenica mattina che, disposta dalla Procura, si pone l’obiettivo di capire meglio la dinamica dei fatti di quel terribile giorno.

Fino a ieri, gli inquirenti avevano solo la testimonianza di un automobilista, che si trovava dall’altra parte rispetto alla direzione di marcia di Elisa, e che ha confermato un paio di volte di aver visto che la sbarra lungo la corsia tra Codogno e Maleo, dove stava transitando la vittima, si era alzata improvvisamente.

Dal canto suo, Rfi non ha mai ammesso alcuna anomalia al sistema, ribadendo comunque che l’impianto di sollevamento era in fase di riqualificazione con la previsione della posa di barriere intere (ad oggi sono due che chiudono solo le due corsie di marcia). Quattro cassoni erano già stati collocati, ma i lavori non erano entrati nel vivo.

M.B.