"Grazie al contratto rinnovato in busta paga 190 euro in più"

Sono 380 i dipendenti di Bcc e Centropadana che godranno della svolta a dispetto del periodo critico

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Ettore Necchi, dirigente nazionale e responsabile della Federazione autonoma bancari italiani di Lodi (Fabi), annuncia un importante risultato per i 380 dipendenti della Banca di credito cooperativo Lodi e di Banca Centropadana. "Abbiamo concluso le assemblee, convocate per discutere il rinnovo del contratto nazionale Federcasse. E quanto proposto è passato all’unanimità. Il contratto è migliorativo: si prevedono 150 euro medi di aumento in busta paga. Poi, da ottobre, ci sarà un ulteriore aumento medio di 40 euro. Per un totale di 190 euro, come richiesto all’inizio".

L’attuale contratto, siglato unitariamente l’11 giugno 2022, scade il 31 dicembre. Sono contratti triennali ma, per il Covid e le trattative, si è perso tempo. Il pregresso era scaduto nel 2019. Comunque i benefit rimarranno per sempre. Questo contratto è stato frutto di un percorso lungo e non privo di ostacoli, portato in porto grazie all’attività determinante dei sindacati. "Un contratto di svolta perché, per il mondo cooperativo, si tratta del primo contratto nazionale che viene stipulato dai tempi della Riforma del credito cooperativo e dalla conseguente costituzione dei gruppi bancari cooperativi e di Ips Raiffeisen (il Sistema di tutela istituzionale per le casse, ndr). Inizia il nostro anno zero, con un contratto che porterà solo cose positive ai dipendenti del movimento cooperativo. E non abbiamo dovuto rinunciare a diritti pregressi per ottenere nuove concessioni", insiste Necchi. Ora è stato chiesto a tutte le banche anche un bonus carburante e si attendono riscontri. Alcune aziende, visto il difficile periodo, hanno optato per benefit una tantum ai dipendenti. Ad esempio in Banca Intesa tutti hanno ricevuto 500 euro. "Vediamo se le Bcc si comporteranno allo stesso modo", auspica Necchi.

I clienti intanto hanno ridotto la domanda di mutui e, vista l’inflazione all’8%, si sentono più sicuri a chiedere il tasso fisso. Non sembra essere invece gradita la chiusura delle filiali nei paesi e la conseguente digitalizzazione: "Soprattutto i più anziani rimpiangono la figura del bancario per parlare faccia a faccia di conti, procedure e investimenti", osserva la Fabi.

P.A.