Gli Amici della Casa di riposo adesso hanno una nuova sede

Con l’aiuto di tanti benefattori il sodalizio ha preso posto in un’ala della residenza sanitaria assistenziale

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C’è chi ha offerto la pittura, chi due quadri raffiguranti i predecessori dell’attuale presidente Rosy Rossetti, Giuseppe Vecchietti e Rodolfo Mazzoletti che sono stati anche fondatori del sodalizio. E chi ha donato il mobilio, cioè Roberto Marcobelli di San Fiorano, marito di una volontaria. Sono tanti i benefattori che hanno reso possibile l’inaugurazione della nuova sede dell’associazione “Amici della casa di riposo“ della Fondazione Opere Pie di Codogno, in via Ugo Bassi 3739. L’associazione ha trovato posto in un’ala della residenza sanitaria assistenziale. Uno spazio che prima ospitava l’ex sede dell’associazione Il Samaritano, che si occupa di pazienti oncologici. Una zona non più utilizzata, e che ora è stata sistemata perché riprenda vita.

"Prima del Covid avevamo un locale all’interno della Fondazione Opere Pie – spiega la presidente dell’associazione, Rosy Rossetti – A causa del’emergenza pandemica e della ristrutturazione dei piani, mentre eravamo lontani in struttura hanno dato la sede a una referente di piano. Poi ci hanno detto che avremmo potuto avere a disposizione uno spazio nello stabile in disuso, nella ex sede de Il Samaritano, e ci hanno affidato il locale, dopo averlo sistemato". Gli spazi adesso sono davvero confortevoli: "Abbiamo un locale a pianoterra con bagno, vicino alla portineria delle Opere Pie. C’è l’ingresso esterno sulla strada e questo va benissimo perché, in caso non riuscissimo di nuovo a entrare in struttura per divieti vari, potremmo essere ugualmente liberi di andare e venire. Prima ci ritrovavamo nella chiesa di San Giorgio della Fondazione", insiste.

All’inaugurazione Gianni Stringhetti, presidente della Fondazione, e il direttore Giovanni Grecchi hanno inoltre donato un pacco natalizio di ringraziamento ai volontari per premiare il loro costante impegno nelle emergenze come nella gestione dell’ordinario. Erano presenti anche gli amministratori comunali. La presidente conclude: "Ora ci manca il ricambio generazionale, dato che i volontari hanno un’età media dai 75 anni in su, e sarebbe bello che qualche potenziale autista si facesse avanti per contribuire a portare in Fondazione gli anziani del Centro diurno".

P.A.