Gaia Randazzo sparita sul traghetto, la madre: "Non si è uccisa, qualcuno l'avrà vista"

I genitori non credono all'ipotesi del suicidio e si sono rivolti a due legali anche per seguire altre piste

Un primo piano di Gaia Randazzo

Un primo piano di Gaia Randazzo

Gaia non può essersi uccisa. È questa la certezza che Rocco e Angela Randazzo, genitori di Gaia portano nel cuore. In queste settimane, da quando Gaia, 20 anni, nata a Codogno ma residente con la famiglia ad Acqualunga Badona, a Paderno Ponchielli (Cremona) è scomparsa la notte del 10 novembre, mentre insieme al fratello 16enne era a bordo del traghetto Gnv partito da Genova e diretto a Palermo, si sono rincorse voci circa un possibile gesto estremo della giovane. "Non si può solo dire che si è suicidata, tanto lei non c’è. Bisogna seguire altre piste, Gaia aveva progetti per il futuro, era una salutista. Mille ipotesi ci facciamo, ma non quella del suicidio". Sono le parole di Angela Randazzo, parole che esprimono il dolore di non avere alcuna certezza su quanto accaduto quella notte maledetta, dolore per aver perso una figlia.

«Sa cosa significa andare in camera della figlia e non trovarla? È il dolore più grande che un essere umano possa ricevere. Un dolore più grande non può esistere" continua Angela. Ma cosa può essere davvero successo quella notte? «Possono essere successe mille cose. Certo una nave del genere non può non avere telecamere, delle regole da rispettare, personale che gira di notte. Non sono qui ad accusare nessuno voglio la verità. Mi ha mandato il messaggio vocale, aveva fatto il check-in, programmava con il fratello cosa avrebbe fatto l’indomani. Era tutto normalissimo. Secondo lei le avrei affidato mio figlio minorenne se avessi avuto dei sospetti?", sottolinea Angela.

Ma tornando a quella notte è rimasto il telefonino, la felpa di Gaia e quel messaggino all’ex ragazzo mai partito. "Era una storia che durava da tre mesi, storia di ragazzini. Non ha mai ricevuto il messaggio, non era con lei, Gaia era con il fratello da sola. Gaia e Matteo. La felpa che dicono di aver trovato, l’ha trovata il fratello. Sarà andata in bagno perché aveva il mal di mare. Se ci sono telecamere, qualcuno avrà visto qualcosa", sottolinea ancora la madre. "Voglio la verità, qualunque essa sia, una figlia a vent’anni non ti può scomparire dall’oggi al domani. Non può succedere di avere una figlia piena di vita e poi ti dicono è morta. Nessuno ci ha chiesto nulla. Nessuna notizia ufficiale, ufficialmente non abbiamo ricevuto nulla. Ci siamo affidati a dei legali che si stanno occupando di fare le indagini".

La famiglia si è affidata in queste settimane a due legali, Paolo Grillo e Aldo Ruffino, penalisti del foro di Palermo. "I genitori si sono affidati a noi al fine di caldeggiare anche altre piste", spiega l’avvocato Paolo Grillo, che si dice anche sicuro che gli stessi inquirenti stanno vagliando tutte le ipotesi e che quella del suicidio è forse un punto di partenza, per l’apertura del fascicolo. "Finché avrò vita butterò tutto per aria per sapere la verità, qualunque essa sia. Finché avrò vita non mi fermo, mi hanno tolto tutto".