Frecciarossa deragliato, altri 11 indagati: nei guai anche i vertici di Rfi

La mossa della Procura per gli accertamenti sul disastro: sei manager di Alstom e cinque di Refe ferroviaria iscritti a registro

Il Frecciarossa deragliato nel Lodigiano

Il Frecciarossa deragliato nel Lodigiano

Lodi, 21 febbraio 2020 - Undici nuovi indagati. Si allarga l’inchiesta sul Frecciarossa 9595 Milano-Salerno. La procura di Lodi ha notificato ieri in serata i nuovi avvisi di garanzia sul disastro ferroviario avvenuto tra Livraga e Ospedaletto Lodigiano alle 5.35 del 6 febbraio provocando la morte dei due macchinisti Giuseppe Cicciù e Mario Dicuonzo e il ferimento di 31 persone.

Si tratta di cinque tra dirigenti e responsabili di Rfi, fra cui l’ad Maurizio Gentile. Gli altri sei sono di Alstoma, l’azienda che ha prodotto l’attuatore «difettoso» montato sul deviatoio numero 5 al chilometro 116, il «punto zero» dell’incidente sul quale i consulenti della procura hanno evidenziato un’anomalia elettrica, tra cui due dirigenti, compreso il direttore dello stabilimento di Firenze (dove è stato prodotto il lotto di attuatori con problemi) e tre responsabili di controllo qualità. Per tutti l’accusa è di disastro ferroviario, omicidio colposo e lesioni. 

Salgono così a 18 gli indagati per la tragedia ferroviaria, dopo i cinque addetti alla manutenzione e l’ad di Alstom Ferroviaria Michele Viale, e dopo l’azienda Rfi, indagata per la legge sulla responsabilità amministrativa. Dalla procura fanno trapelare che «l’iscrizione sul registro degli indagati rimane intesa come atto dovuto e non come presunzione di colpevolezza». Importante infatti sarà la presenza di tutte le figure indagate che così potranno partecipare agli accertamenti irripetibili che saranno eseguiti probabilmente domani o domenica sull’attuatore e sullo scambio.