Lodi, fotografia etica: un’occasione per ripartire

Il fondatore della kermesse Alberto Prina racconta la nuova edizione, tra riflessione sulla fragilità umana e speranza di un nuovo inizio

Alberto Prina, fondatore del festival di Fotografia etica

Alberto Prina, fondatore del festival di Fotografia etica

Lodi,12 luglio 2020 - La fotografia come strumento per guardarsi dentro e per ripartire dopo l’emergenza. Il Festival della Fotografia etica tornerà a ottobre con l’undicesima edizione (che quest’anno arriverà a cinque fine settimana, uno in più rispetto agli altri anni). Per la prima volta verrà coinvolta anche la città di Codogno, luogo simbolo dei contagi da coronavirus in Italia, con una mostra speciale dedicata ai giorni difficili del lockdown. Lodi rimarrà comunque il centro della manifestazione organizzata da Alberto Prina insieme ai soci del Gruppo fotografico Progetto Immagine.

Un’opportunità incredibile per il Lodigiano che potrebbe approfittare del successo e la partecipazione sempre crescenti del Festival (oltre 17mila biglietti, 90mila le presenze, un vero e proprio boom) per risollevarsi e attirare turisti da tutta Italia e dall’estero. "La provincia ha bisogno di ripartire e di farlo subito - racconta il fondatore Alberto Prina - La fotografia è lo strumento giusto per guardarsi dentro. Uno scatto è in grado di veicolare un messaggio importante per dimostrare che la città di Codogno, dove tutto è iniziato, non è una realtà diversa dal resto d’Italia".

La pandemia obbligherà gli organizzatori a diversi cambiamenti, a partire dagli spazi: tra gli obiettivi principali spicca infatti la volontà di allestire mostre anche all’aperto, valorizzando luoghi che finora non avevano mai fatto parte del circuito delle mostre. La grande sfida del Festival, infatti, quest’anno, sarà soprattutto la gestione spazi “nuovi” come Palazzo San Cristoforo, la sede della Provincia, che metterà a disposizione il chiostro e il giardino. Poi si aggiungeranno le piazze e i parchi, come l’Isola Carolina di Lodi. L’altro obiettivo degli organizzatori è di coinvolgere tutte le realtà, associazioni e attività produttive del territorio.

"Il Festival è un’occasione per tutti, una grande vetrina per la città e la provincia - racconta Prina - La fotografia è stata determinante per mettere in comunicazione le persone durante le settimane difficili dell’emergenza. Fondamentale anche il ruolo dei fotografi che ora più che mai devono raccontare questo periodo per mantenere viva la memoria e fornire uno spunto per rielaborare quello che è successo. È il momento di razionalizzare quello che è successo. La pandemia ha fatto capire che i problemi di tutto il mondo sono anche i nostri. E niente può unire il mondo più della fotografia con uno sguardo e un abbraccio al mondo".

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