Lodi, si fingono poliziotti: perquisiscono e derubano ventenni. Poi minacciano veri agenti

Due ragazze e un ragazzo, tutti milanesi, hanno simulato un controllo e "sequestrato" il cellulare a un coetaneo

La polizia in azione (foto di repertorio)

La polizia in azione (foto di repertorio)

Lodi, 17 marzo 2019 - Non più solo le classiche truffe agli anziani, con falsi tesserini d'identità: tre giovani milanesi, adottando un nuovo 'modus operandi', si sono finti poliziotti in borghese, hanno preso di mira dei coetanei, derubandoli nei pressi della stazione. E, una volta fermati da una pattuglia di veri agenti, hanno sostenuto la loro parte fino in fondo, arrivando a spintonare e a minacciare i 'colleghi' di ripercussioni dai superiori. Ieri notte tre giovani residenti in provincia di Milano, incensurati, fingendosi poliziotti in borghese, hanno fermato un 25 enne di Lodi che stava attraversando il sottopassaggio ferroviario. Dapprima lo hanno spinto verso il 'corridoio' esterno che dà su via Fascetti, lontano da sguardi indiscreti, sbattendolo contro il muro. Quindi gli hanno chiesto i documenti, simulando persino un controllo dei dati anagrafici tramite centrale operativa.

Ad agire sono state due ragazze, A.V. 24enne, e T.V. 18enne, che si muovevano come agenti operative, e un ragazzo, B.A., 26enne che, con tanto di piastrina al collo sufficiente a trarre in inganno i malcapitati, si fingeva loro superiore. E' stata proprio una delle ragazze a perquisire la vittima a cui, alla fine, è stato 'sequestrato' lo smartphone, con la rassicurazione che lo avrebbe riavuto dopo presunti 'accertamenti'. Il 25enne, però, dopo il turbamento iniziale, si è diretto subito in Questura, nella poco distante piazza Castello, per lamentarsi del comportamernto aggressivo degli 'agenti', della perquisizione subita da una donna e per chiedere copia del verbale del sequestro del proprio cellulare. Una vera pattuglia è così accorsa in stazione dove un altro ragazzo, fermato pochi istanti prima per la richiesta di documenti, ha indicato i truffatori.

I tre, subito bloccati, hanno continuato a sostenere la parte, minacciando i veri agenti di ritorsioni da parte dei superiori e spintonando uno di loro. Una volta portati in Questura sono stati denunciati per rapina, sostituzione di persona, minaccia e violenza a pubblico ufficiale. Le indagini sono in corso, con l'aiuto delle telecamere, per capire se siano state derubate altre persone. "E' una situazione piuttosto spiacevole - affermano dalla Questura - anche perché i tre, come accade spesso anche nelle truffe verso gli anziani, questa volta dirette però verso i giovani, si sono dimostrati molto 'professionali' nella sequenza dei controlli e, dunque, credibili. Questo ci fa ritenere che non fosse la prima volta che i tre malviventi entrassero in azione con questo 'modus operandi', benché sia una novità per Lodi".