Festival della fotografia etica, giro del mondo di emozioni

Lodi, la soddisfazione degli organizzatori: "Abbiamo avuto 900 candidature pervenute da 50 paesi e da 5 continenti"

Lo scatto vincitore del Festival di fotografia etica

Lo scatto vincitore del Festival di fotografia etica

Lodi, 22 giugno 2018 - "Il premio è andato molto bene: abbiamo avuto 900 candidature pervenute da 50 paesi e da 5 continenti. Come recita il titolo, 'World.Report Award - documenting humanity', è un premio sempre più globale, un vero e proprio reportage da tutto il pianeta". Aldo Mendichi, uno dei fondatori del Festival della Fotografia Etica, che ogni anno, in ottobre, attrae nelle diverse sedi espositive sparse per la città migliaia di visitatori, sottolinea la gran "varietà di storie ed argomenti" contenuti nei reportage selezionati a Lodi da una giuria internazionale (tra cui Sarah Leen del National Geographic, Francis Kohn, presidente del World Press Photo 2016, Caroline Hunter, del The Guardian) il 26 maggio scorso e resi noti ieri: "I lavori che hanno vinto, al di là della qualità altissima riscontrata, mettono in evidenza realtà sconosciute, storie che soprattutto sugli organi di informazione si vedono poco".

Il master award (premio di 6mila euro) è stato assegnato a Paula Bronstein, per il reportage "Stateless, Stranded And Unwanted: The Rohingya Crisis": insieme agli altri verrà esposto quest'autunno, durante il festival, con la presenza dell'autrice (l'incontro con chi scatta le immagini è una caratteristica del Festival molto amata dagli spettatori). Sarà lei a raccontare del «terribile esodo«, iniziato nell'agosto 2017, che ha coinvolto centinaia di migliaia di Rohingya, popolazione del Myanmar, a sfollare verso il Bangladesh per sfuggire alla pulizia etnica.

La sezione Spot Light Award va invece a Tommaso Protti, per 'Terra Vermelha', che descrive per immagini la crisi sociale nelle 'favela verdi' della regione brasiliana dell’Amazzonia. Camillo Pasquarelli, col reportage 'The Valley Of Shadows' ha vinto la sezione Short Story Award: narra delle cartucce di pistole ad aria compressa riempite di piccole piombini usate dalle forze di scurezza del Kashmir, per sedare ribellioni in città: molte persone hanno i piombini nel corpo o hanno perso la vista. La sezione 'student award' è andata a Nanna Heitmann, per 'Gone From The Window – The End Of An Era' sulle miniere di carbone in Germania, l'ultima delle quali ha chiuso quest'anno.

Per la sezione No Profit Award, il primo premio va all'ente 'Care Harbor' per 'Caring For The Invisible Of Los Angeles (secondo Avsi Foundation con il reportage 'Mwavita – Born In A Time Of War'; terzo il Water Grabbing Observatory con 'And I Will Make The Rivers Dry'). Per il Single Shot Award, che quest'anno aveva per tema 'Giving voice to values, giving voice to hope', primo premio a Laurence Geai, secondo a Giles Clarke, terzo a Bente Marei Stachowske.