Il muratore ha la Febbre del Nilo: confermata l’ipotesi più scioccante

I sindaci di Crespiatica e San Martino in Strada invitati a disinfestare

Una sala operatoria

Una sala operatoria

Lodi, 26 settembre 2017 - Il lodigiano ricoverato in terapia intensiva, «è stato colpito da febbre del Nilo», o «West Nile Virus». «I sindaci dei luoghi che frequentava dovranno disinfestare». E’ questa la diagnosi accertata, dopo giorni di attesa, dall’ospedale Maggiore di Lodi, in merito al virus che ha colpito un muratore 64enne di Crespiatica. Il dramma dell’uomo, padre di tre figli che, inizialmente grave, ora resta ricoverato in terapia intensiva ma per fortuna in condizioni stabili e che ormai non preoccuperebbero più i medici, è iniziato martedì scorso.

Quando ha chiesto aiuto, l’uomo accusava febbre alta ed era in stato confusionale. Non era stato all’estero. Da allora è iniziata una terapia antibiotica che è andata in parallelo con una complessa ricerca del virus «colpevole». È stata compiuta una ricerca genetica sia nel sangue e nell’urina che nel liquor (detto anche liquido cefalorachidiano o cerebrospinale, limpido e incolore, che occupa i ventricoli cerebrali e il sacco durale del midollo spinale). Il liquor esplica importanti funzioni biologiche, sia meccaniche di protezione delle delicate strutture del sistema nervoso centrale, sia metaboliche di veicolo per le sostanze nutritive e per i prodotti del catabolismo del tessuto nervoso. L'incrocio di tre esami ieri ha quindi portato la risposta definitiva, ieri dai ricercatori di Pavia: «È West Nile Virus». La febbre del Nilo viene trasmessa all’uomo attraverso la puntura di zanzare comuni (culex pipiens), presenti anche in Pianura padana. Di solito la puntura non è pericolosa, ma in alcuni casi, soprattutto nelle persone anziane, può causare gravi infezioni, come l’encefalite o meningite. La febbre del Nilo occidentale si manifesta con sintomi simili a quelli influenzali, con una durata di 3-5 giorni. In circa il 15% dei casi si presenta sotto forma di meningite.

La gravità della malattia varia. L’Ats Agenzia tutela della salute città Metropolitana di Milano ieri ha annunciato «a seguito di segnalazione di un caso di West Nile Disease in un cittadino del lodigiano, l’Unità di Igiene e Sanità Pubblica Milano Est di ATS Città Metropolitana di Milano, dopo l’indagine epidemiologica, ha provveduto all’invio di una comunicazione al sindaco di Crespiatica, luogo di residenza del soggetto e al sindaco di San Martino in Strada, luogo che il soggetto frequenta assiduamente in quanto addetto alla conduzione di alcuni orti». L’obiettivo di questo scritto era comunicare «la necessità di effettuare interventi di disinfestazione utilizzando prodotti ad azione abbattente per la lotta agli insetti alati, individuare e trattare focolai larvali con prodotti anti-larvali, operazione da ripetersi dopo 15giorni o dopo piogge copiose e ricordare alla popolazione che risultano fondamentali le azioni individuali di bonifica delle pozze e dei luoghi di ristagno di acqua e gli interventi attivi sia contro gli insetti adulti che contro le forme larvali». Il virus non è infatti trasmissibile tra le persone ma a questo punto la puntura di un insetto potrebbe diventare pericolosa.