Lo scandalo fanghi inquinanti tocca anche Lodi. Baffi: "Serve una commissione vigilanza"

Il consigliere regionale ha presentato un'interrogazione sulla vicenda sul traffico illecito di 150 mila tonnellate di fanghi da depurazione

Indagini

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Lodi, 9 giugno 2021 - “I sindaci e le comunità dei territori interessati dalla vicenda Wte non devono essere lasciati soli: ritengo quindi utile la costituzione a livello regionale di una Commissione di Vigilanza che, in collaborazione con Arpa, raccolga i dati ambientali sui terreni e sulle acque ove è stato effettuato lo spandimento dei gessi in questione, nonché monitori lo stato di avanzamento di eventuali operazioni di risanamento”. Così il consigliere regionale lodigiano di Fratelli d’Italia Patrizia Baffi è intervenuto sullo scandalo fanghi presentando l’interrogazione depositata con i colleghi del Gruppo Consiliare di Fratelli d’Italia. Nel mirino della politica è finita la vicenda legata allo spandimento nei terreni lombardi, tra cui alcuni campi della provincia di Lodi (a Castiglione d’Adda, Casalpusterlengo e Lodi).

L'inchiesta dei carabinieri forestali e della Procura di Brescia su un presunto traffico illecito da 150mila tonnellate di fanghi da depurazione ha portato al sequestro per equivalente di quasi 13 milioni di euro e a 15 indagati, c’è l’azienda Wte di Brescia, che per l’accusa non procedeva al normale trattamento, ma si limitava a raccogliere in tre depositi il materiale e a farlo poi buttare nei campi, inserendo gesso invece di calce. Il prodotto veniva sparso come concime sulle coltivazioni di mais per i maiali e di grano che finiva in tavola. “Regione Lombardia, come confermato oggi in aula dall’assessore regionale all'Ambiente Cattaneo, si è costituita in giudizio - prosegue Patrizia Baffi -. Un’azione importante che deve però affiancarsi ad interventi che contribuiscano a garantire ai Comuni interessati il pieno coinvolgimento, assicurando la massima chiarezza e trasparenza su quanto accaduto, su eventuali danni ambientali conseguenti e sulle relative attività di bonifica: lo dobbiamo ai nostri amministratori, alle nostre aziende e ai cittadini”. "Occorre ribadire che trattasi di gessi e non di fanghi” sottolinea il Consigliere Regionale “e che in Lombardia, a seguito della risoluzione approvata dal Consiglio Regionale, sono state applicate regole stringenti sull’utilizzo dei fanghi per assicurare che nei nostri campi vengano utilizzati esclusivamente prodotti di qualità, ma il nostro Paese deve ancora dotarsi di una normativa che disciplini in modo adeguato l’utilizzo dei gessi da defecazione in agricoltura, che, a differenza dei fanghi, non possono essere normati a livello regionale” evidenzia Patrizia Baffi “E, alla luce di quanto accaduto, oggi risulta ancor più necessario sollecitare a livello nazionale un aggiornamento delle disposizioni di riferimento per mettere in atto tutte le azioni necessarie affinchè un così tale deplorevole avvenimento non debba più ripetersi”, conclude Baffi.