Diciannove anni fa l'esondazione dell'Adda: "Avvisati per tempo, ci saremmo salvati"

A 19 anni dall’alluvione che devastò le loro case non si placano le recriminazioni dei residenti sulla riva sinistra dell’Adda

I comitati

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Lodi, 28 novembre 2021 - "Quella notte abbiamo perso tutto, ma se qualcuno ci avesse avvisato in tempo avremmo provato almeno a salvare il salvabile". Antonella Rossi, residente a Campo di Marte, ricorda ogni momento dell’alluvione che devastò 19 anni fa la sua casa e quella di tanti altri residenti. Tutto accade tra il 26 e il 27 novembre 2002, in quella che resterà per sempre “la notte del disastro“. L’Adda esondò a Campo di Marte, nella riva sinistra, già alle 22. I residenti videro un’onda arrivare dalla Caccialanza (e non dal ponte Napoleone Bonaparte). Una paura inaudita perché quel fenomeno colse di sorpresa anche Comune e Provincia. Sulla vicenda per anni venne portata avanti una battaglia da parte dei due rappresentanti dei Comitati di riva destra e sinistra dell’Adda, Domenico Ossino e Carlo Bajoni. Ma nessuno ancora oggi riesce a dimenticare. In due giorni, fino al 28 novembre 2002, i quartieri del Pratello, di Revellino­- Campo di Marte e della Martinetta, assieme al Borgo, finirono sott’acqua per l’alluvione senza precedenti. Gli esperti confermarono che una ondata di piena di quelle proporzioni non si era forse mai verificata. Difficile, ancora oggi, per gli alluvionati lodigiani accettare non tanto l’imprevedibilità del fiume ma l’impreparazione degli enti preposti a prevenire e limitare per quanto possibile i danni provocati dalle periodiche esondazioni dell’Adda. «Alle 4.30 di notte del 27 novembre io e mio marito avevamo lasciato la nostra casa a bordo di un gommone – ricorda la residente Antonella Rossi che, col marito Carlo Bajoni, ha fondato il Comitato riva sinistra – Ricordo bene l’acqua nera, un mix tra acqua di fiume e fognatura. Le case di Campo di Marte erano tutte isolate. Senza corrente, non si poteva bere l’acqua dei rubinetti. I vecchi telefoni cellulari erano subito scarichi e il telefono fisso non aveva linea. Abbiamo avuto l’acqua in casa fino al 28 novembre. Poi con le pompe il quartiere è stato liberato. Ricordo bene quando ero rientrata a casa: sembrava che fosse passato un ladro. Tutti i mobili aperti, la nostra casa distrutta". I danni furono enormi. Solo per l’abitazione di Antonella Rossi superarono i 32mila euro. Ma il rimborso dal Comune fu al massimo di 2mila. "Per fortuna in quella tragedia non ci furono vittime – dice Rossi – Ma noi, come altri, abbiamo perso oggetti, mobili e ricordi. Le foto e alcuni importanti documenti sono andati perduti per sempre. Mi fa rabbia perché, se qualcuno ci avesse avvisato in tempo, ci saremmo preparati. Avremmo spostato tutti i mobili, le auto parcheggiate e lasciate nei box o per strada. Di quella sera ricordo ancora le urla: “Arriva, arriva“, gridavano i residenti. Davanti a noi l’onda che arrivava dalla Caccialanza. Un incubo".