A Lodi nascerà l'emporio solidale: "Vicini alle famiglie fragili"

Procede il progetto solidale di "Fondazione Casa della comunità": la povertà del territorio è drammaticamente aumentata

Il gruppo di lavoro

Il gruppo di lavoro

Lodi, 14 ottobre 2021 - Paolo Landi, presidente della “Fondazione Casa della Comunità”, ha annunciato l’arrivo di un emporio solidale a Lodi. ”Sedici mesi fa avevamo illustrato la partenza della “Fondazione casa della comunità”, fondazione di partecipazione. Una formula poco usata ma significativa perché su questo fondiamo il lavoro e il successo dei progetti – ha spiegato -, partecipazione interna dei soci fondatori e dei soci sostenitori e esterna della comunità coinvolta”. Il bilancio di questo “osservatorio” della povertà e dei bisogni del Lodigiano è purtroppo drammatico ma la riuscita dei progetti ha permesso di andare avanti. “La nostra nascita è coincisa col periodo pandemico, però siamo comunque riusciti a non interrompere l’attività – ha proseguito il presidente - Abbiamo continuato ad aiutare le fragilità che sono tra l’altro emerse in modo più lampante”.

La Fondazione è nata per opera di 5 soci - associazione Progetto insieme, associazione Emmaus (braccio operativo di Caritas), Movimento lotta fame nel mondo, Cooperativa sociale Famiglia nuova e Fondazione Bipielle -. Si lavora sulla fragilità territoriale: alimentare, abitativa, lavorativa e formativa. Il filo rosso che collega questi punti è la fragilità della famiglia cui si cerca di dare una risposta integrata. Sette anni fa era stato aperto il Centro raccolta solidale partecipando a un bando Cariplo che ha poi permesso la costituzione dell'ente giuridico Fondazione e l’evoluzione della risposta ai bisogni. “Partendo dal Centro di raccolta del cibo, ora arriviamo all’emporio solidale con l’acquisto di un immobile in via Togliatti 18 che farà evolvere queste attività” annuncia Landi.

Presto le famiglie, invece di ricevere un pacco, potranno fare la spesa attraverso una tessera punti che permette di preparare un carrello personalizzato. Si aiutano le persone fragili con educazione finanziaria domestica, nella speranza che la mettano in pratica anche successivamente, quando riusciranno a mantenersi. “A breve l’immobile sarà ristrutturato, poi ospiterà lo stoccaggio dei beni alimentari e la presenza della sede della Fondazione e dell’Emporio, che partirà entro la primavera 2022 – continua orgoglioso il presidente -. In 15 mesi il progetto si concluderà. Nel frattempo l’attività è stata purtroppo intensa, perché in emergenza sono aumentare le richieste di cibo ma anche la possibilità di offrire alimenti perché la catena della solidarietà ha ben risposto”. Lorenzo Musitelli, membro del consiglio direttivo della Fondazione e direttore del Centro di raccolta solidale per il diritto al cibo, è il responsabile dell’area alimentare della Fondazione: ”Nel periodo pandemico ci siamo interrotti solo due settimane, a febbraio 2020 e a novembre, quando è ripartito il lockdown. Nel 2020 sono stati distribuiti alle famiglie 14.300 pacchi di cibo fresco, per 322 tonnellate e 800mila euro di valore (non corrisponde a esborsi economici reali ma teorici, tutto grazie alla generosità di tanti, gestita da un’organizzazione complessa. La Fondazione non ha infatti attività che producano ricavo ndr)". Il sistema ha raccolto, nel 2020, 984 tonnellate di cibo donate, dal valore stimato oltre 2 milioni di euro. La stima dei primi 9 mesi 2020 dipacchi di cibo distribuiti vede un tragico 63% in più. Fortunatamente aziende e donatori hanno dimostrato la propria generosità con un più 14%, con 102 tonnellate di cibo raccolto e donato in più.  “Nei primi 9 mesi di quest'anno - ancora Musitelli - contiamo 5.989 giornate lavorative, di cui 1.100 dei 5 dipendenti e il resto di volontari, come fossimo un’azienda medio grande”.

Mariarosa Devecchi, vicepresidente della Fondazione Casa della comunità e membro del Comitato di indirizzo, in quanto presidente della Cooperativa sociale Famiglia Nuova, ha spiegato come fa a “vivere” la Fondazione:”Quando siamo partiti ci siamo messi insieme perché ognuno di noi faceva un pezzo: Caritas gestiva la rete di vicinato, Progetto insieme aveva una rete di volontariato e gestiva la mensa cittadina e Famiglia nuova aveva una struttura aziendale per supportare economie iniziali. Siamo partiti, nel 2011, sulla scorta della crisi. Gestivamo la filiera del fresco e la filiera del cibo che richiede una serie di passaggi tecnici, trattandosi di alimenti” ha descritto. Nel 2014 questa era l’unica realtà territoriale in Lombardia che si metteva a disposizione per le necessità alimentari di tutta la provincia. La Regione l’ha quindi inserita in una rete più grande e ha stanziato fondi attraverso bandi. Questi bandi coprono una parte del fabbisogno stabile del sistema: pagano magazzinieri, una parte degli immobili occupati, utenze e gestione automezzi. Attraverso Caritas pagano anche una figura amministrativa dedicata alla gestione delle bolle. Il bando è sempre stato ripetuto ogni biennio e una quota dei 300mila euro biennali ottenuti è sempre stata destinata al cibo. “Il resto lo raccogliamo. E gli enti che oggi costituiscono la Fondazione, ogni anno mettono fondi di tasca propria – ha proseguito Devecchi e chiarito -. L’altra colonna è il lavoro volontaristico. Si pensava a pensionati, ma si sono avvicinate anche persone che hanno disabilità e lavorano con borse lavoro, oppure altre che devono scontare pene con lavori sociali. Un’altra risorsa del mantenimento del sistema sono le donazioni, in forma materiale, di aziende e cittadini, anche attraverso contributi economici”. Carlo Bosatra, direttore della Caritas lodigiana e membro del Comitato di indirizzo, ha spiegato la connessione tra l’emporio che nascerà a Lodi e quelli pre esistenti di San Colombano e Casalpusterlengo: ”Il ruolo dell’emporio è educativo, vogliamo avviare le persone verso una maggior responsabilità e l’autonomia economica. La persona accede e sceglie ciò che aggrada. Non siamo assistenzialisti, vogliamo lavorare per rendere autonomi tutti. A San Colombano prima e a Casale poi, è stata una felice intuizione e ora vorremmo estenderla a un maggior numero di parrocchie e Comuni che ruotano attorno. A Lodi città ci sarà più impegno, perché il bacino d’utenza è grandissimo”. Sono aumentati, da 19 a 24, i donatori ricorrenti, poi ci sono soci sostenitori che hanno aumentato la qualità dei cibo concessa: Ferrari Formaggi che dona moltissimi prodotti; Consorzio Grana Padano, che cede 1200 chilogrammi di grana ogni 6 mesi (cosa che ha reso possibile iniziare a distribuirlo per la prima volta); Assolombarda che ha comprato sacchetti a perdere e a lungo utilizzo per l’emporio. “Si sta intanto partendo con tre nuovi attori e progetti: i Lions del Lodigiano, cinque club, hanno donato un furgone refrigerato nuovo, che è in arrivo; Cfp Canossa, impegnata sul filone della formazione, ha fatto partire un nuovo indirizzo di logistica e ci ha chiesto di poter fare la parte laboratoriale del corso presso l’emporio; la cooperativa L’Officina di Codogno, che trasforma il cibo, soprattutto da frutta a marmellata e cui daremo l’eventuale eccedenza di frutti, li rigenererà e ci farà avere marmellata a lunga conservazione” ha aggiunto il presidente della Fondazione. Antonio Colombi, membro del Comitato di indirizzo e presidente del “Movimento lotta per la fame nel mondo”, ha sottolineato: “Tra volontari e lavoratori, sotto varie forme, in questi anni sono girate 529 persone. Quando si è presentata l’occasione di partecipare abbiamo condiviso la presenza tra i soci, volevamo esserci sul territorio e ci è piaciuta l’apertura nella partecipazione. Questo perché ognuno ha le sue peculiarità e modus operandi e grazie a queste si creano diverse reti di collaborazione. Ricchezza per il futuro”. Lucia Rudelli, coordinatrice del consiglio direttivo della Fondazione, ha quindi concluso annunciando due gazebo solidali, in cui, per chi darà un’offerta per il cibo, ci sarà uno spuntino salato offerto da aziende, in centro a Lodi. Sabato in piazza Castello e domenica in corso Umberto, dalle 9 alle 13 e dalle 15.30 alle 18.30. Ora si attende il cuore grande dei lodigiani.