Ecomostro, la Gerundo affila le armi

Crema, l’amministratore unico Antonio Denti: "Prima di far causa alla banca di Piacenza ho dato tre chance"

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di Pier Giorgio Ruggeri

Una storia lunga quattro anni che ha tutte le probabilità di finire davanti al giudice. Perché Antonio Denti, amministratore unico di Gerundio Center, la società che avrebbe dovuto rimettere a nuovo l’ecomostro di via Indipendenza, non ci sta a fare la vittima sacrificale. "La storia è lunga e complessa - esordisce - perché tutto è cominciato quattro anni quando la Banca di Piacenza mi ha chiesto se potevo occuparmi dello stabile di via Indipendenza. La questione era intricata, tuttavia, con tanto lavoro, ero riuscito a trovare una soluzione".

Ma non se ne è fatto nulla.

"Ci arriviamo. Adesso però diciamo gli accordi fatti con la banca. Loro mi avrebbero anticipato 6,1 milioni di euro per sistemare lo stabile a due condizioni: il cambio di destinazione d’uso a commerciale e che prima di versare i soldi io avessi venduto almeno il 50%".

Condizioni soddisfatte?

"Certo. cambio di destinazione d’uso approvato dal comune e io avevo un primo acquirente, Padania acque, che avrebbe acquistato il 40% dello stabile".

Ma cosa è successo?

"Padania acque si ritira, ma io presento un altro cliente, una grossa società cremasca pronta ad acquistare 1700 metri".

Tutto a posto?

"No, perché quando c’è l’accordo con il Comune per versare a novembre e a giugno 800mila euro di oneri di urbanizzazione, la banca fa un passo indietro e cambia le carte in tavola".

E perché lei non avverte il comune di questi problemi?

"Perché la trattativa con la banca va avanti fino a settembre.

Al 30 giugno, quando non paghiamo gli oneri, chiedo al comune una deroga al 30 settembre. Poi la Banca di Piacenza mi chiede di mettere sul piatto 770mila euro. Rispondo che la Gerundo center è disposta a farlo se la banca mette 1.7 milioni. Così paghiamo gli oneri al comune e partiamo facendo almeno l’involucro esterno ".

E come è finita?

"La banca non ha accettato e il Comune incassa le fideiussioni".

Potrebbe opporsi.

"Non mi risulta".

Lei che cosa farà?

"Ho dato tre possibilità alla banca, prima di ricorrere in tribunale per il mancato rispetto degli accordi. La prima: i versare 1.7 milioni e farmi cominciare i lavori; la seconda: liquidarmi; la terza: che io liquido la banca con 400mila euro".

Risponderanno?

"Io spero di sì".