Lodi, grossisti della droga: chiesti 50 anni

La procura ha chiesto pene severe per i gestori del market della droga nelle campagne lodigiane

Il tribunale di Lodi

Il tribunale di Lodi

Lodi, 6 marzo 2018 - Più di 50 anni di carcere per i gestori del market della droga nelle campagne lodigiane. La Procura di Lodi ha chiesto al gip di Lodi, Isabella Ciriaco, pene severe per gli 11 imputati, tutti nordafricani, del processo per spaccio di sostanze stupefacenti a Sant’Angelo Lodigiano. Il pm Valentina Giammaria ha formulato richieste di condanna dai 4 ai 12 anni per sette degli spacciatori marocchini che hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato. Per altri quattro, invece, si è raggiunto un accordo per il patteggiamento.

L’ultima parola però, spetterà al giudice, che deciderà durante l’udienza del 6 aprile. La maxi operazione della Squadra mobile della Questura di Lodi, coordinata dalla Procura, era scattata il 27 giugno scorso. Le indagini, durate più di due anni, avevano portato all’arresto di 28 persone (41 gli indagati in totale). Un giro di droga che interessava la provincia di Lodi, le zone di confine con il Pavese e le province di Milano e Piacenza. Al vertice dell’attività criminale tre batterie di spacciatori nordafricani, che da tempo si erano radicati a Sant’Angelo Lodigiano, e che lavoravano come grossisti. Alcuni di loro, infatti, vendevano droga al dettaglio (eroina, cocaina e hascisc) ai clienti nelle campagne tra Sant’Angelo, Villanova Sillaro e Vidigulfo, altri utilizzavano piccole attività commerciali che fungevano da copertura.

Il caso più lampante è quello di un negozio di ortofrutta di via Pandini a Sant’Angelo, che il titolare usava come punto di vendita per spacciare stupefacenti. Il giorno dell’arresto, durante la perquisizione del locale, i cani antidroga avevano rinvenuto 100 grammi di hascisc nascosti sotto il fax dell’attività. Il proprietario, un uomo di origine maghrebina, di 38 anni, era stato subito arrestato e la sua attività sequestrata dalle forze dell’ordine. Dalle indagini è emerso che il giro d’affari superava i 4mila euro al giorno. Tra gli arrestati anche tre fornitori marocchina di Milano e Rozzano.