Discarica di Cavenago d'Adda: "Tutto fermo da due anni"

La denuncia del comitato "No ampliamento": la messa in sicurezza del sito resta un miraggio

La Forestale all’interno dell'area

La Forestale all’interno dell'area

Cavenago d'Adda (Lodi),   24 maggio 2020 - A due anni dall’ultimo conferimento nella discarica di Cavenago d’Adda la messa in sicurezza resta ancora un miraggio. "Tutto è fermo da metà maggio 2018", denuncia Mario Forti portavoce e una delle principali “anime” del comitato “No ampliamento discarica“ che dal 2013 chiede la chiusura definitiva dell’impianto provinciale, a due passi dalla Lanca di Soltarico, di proprietà di EcoAdda, la società in liquidazione partecipata al 70% dal privato Waste Italia e al 20% dalla Provincia di Lodi.

A preoccupare il Comitato sono soprattutto gli smottamenti avvenuti negli ultimi mesi all’interno del sito provinciale finito al centro delle indagini della procura di Lodi e della Forestale nel marzo 2015. "Da due anni i conferimenti sono finiti, ma i lavori di messa in sicurezza non sono mai partiti - dice Forti -. Il silenzio delle istituzioni su questa vicenda continuano a preoccuparci. Tutto tace e nessuno prende iniziativa. Intanto la struttura resta pericolosa per tutti e piccoli o grandi cedimenti ci saranno sempre fino a quando non si procederà con la chiusura della discarica provinciale. A incidere è anche la pendenza della montagna di rifiuti, troppo elevata e che mette a rischio la stabilità dell’intero sito provinciale. La nostra paura è che si possa alzare la falda acquifera che andrebbe così a essere intaccata dalle sostanze presenti nella discarica".

Per la messa in sicurezza basterebbero mezzo metro di argilla sia in cima che sulle pareti e poi un metro di terra di coltivo su tutta la discarica provinciale. Il problema è l’assenza di coperture finanziarie. Otre al rischio crac per EcoAdda, ci sarebbero le polizze fideiussorie senza tutele stipulate con una società di Malta fallita nel 2011.

Intanto, sul fronte giudiziario riprenderà il 26 giugno il processo in tribunale a Lodi che vede imputati i vertici della EcoAdda con l’accusa di aver effettuato un’attività di smaltimento dei rifiuti non pericolosi in assenza però della prescritta autorizzazione e in particolare smaltivano nella discarica di Cavenago d’Adda ingenti quantità di rifiuti dichiarati falsamente Cer 19.12.12. (rifiuti urbani), mentre in realtà si trattava di rifiuti che non erano sottoposti al trattamento preliminare necessario allo smaltimento definitivo in discarica. I fatti contestati sono dal 17 novembre 2014 al 12 marzo 2015.