Poste, direttrice allo sportello in zona rossa:"Io simbolo dell’impegno di tanti colleghi"

Donata Cobianchi premiata per aver accettato di aprire a Codogno nel febbraio 2020

Donata Cobianchi, 60enne, lavorò a Codogno in piena zona rossa

Donata Cobianchi, 60enne, lavorò a Codogno in piena zona rossa

Codogno (Lodi) - Quando l’ordinario diventa straordinario. Basta cambiare scenario, a volte, e immergersi giocoforza in una realtà mai vissuta prima, in un mondo capovolto improvvisamente, e ciò che di solito sembra routine si trasforma in un atto quasi “eroico“. Perché, alla fine del febbraio 2020, ad aprire l’ufficio postale di Codogno, sbarrato a causa del Covid che avanzava in maniera terribile, nessuno ci voleva venire. Donata Cobianchi, 60enne, abitante di Santa Cristina e Bissone, nel Pavese, già direttrice dello sportello di Casale, non ci ha pensato invece due volte e, per una settimana, in pieno lockdown, quello duro da "zona rossa", ha detto sì ai suoi superiori e si è presentata dietro al bancone a Codogno, facendo il lavoro, lei direttrice, da sportellista.

"L’ho fatto senza problemi. Ho risposto subito: ok, ci sono. D’altronde il 27 febbraio ero stata contattata per riaprire l’ufficio di Casale, ma successivamente era emersa l’esigenza più stringente a Codogno e sono andata là, insieme a due ragazze della filiale di Lodi. Mi sono messa nei panni dei pensionati visto che erano i giorni di pagamento della pensione. Ero già stata tempo prima a Codogno e conoscevo l’ambiente. Quando mi hanno vista, tanti anziani mi hanno riconosciuta e mi hanno ringraziata tanto. La situazione è sempre rimasta tranquilla; c’erano code, ma sempre ordinate. Devo dire che ho lavorato serenamente: mi agitavo invece se guardavo i telegiornali. Stare invece nel mio posto di lavoro mi rendeva serena. Certo è che vedere Codogno deserta, silenziosa, triste e superare ogni giorno i check point è stata molto dura".

Giovedì la direttrice ha ricevuto a Roma, nelle celebrazioni per il 160esimo della nascita di Poste Italiane, un premio che si aggiunge a una medaglia d’oro ricevuta pochi giorni prima dall’Amministrazione comunale del suo paese e la stella al merito del lavoro della quale è stata insignita l’anno scorso. "Ho fatto semplicemente il mio lavoro, il mio dovere. Poi certo la situazione ha reso unica la mia scelta. L’altro giorno è stato emozionante a Roma perché ho rappresentato tanti operatori delle Poste che hanno lavorato con abnegazione. Sono un simbolo".