Delitto di Pordenone, il padre di Teresa: "Ergastolo da confermare"

Ruotolo, condannato in primo e secondo grado, riccorre in Cassazione. "Ma è lui il colpevole", l'appello che arriva da Zelo Buon Persico

I genitori di Teresa Costanza mostrano la foto della ragazza

I genitori di Teresa Costanza mostrano la foto della ragazza

Zelo Buon Persico (Lodi), 6 ottobre 2019 - "Alla Cassazione  chiedo solo di confermare l’ergastolo per chi ha ucciso mia figlia". Rosario Costanza, il padre di Teresa, la 30enne di Zelo Buon Persico uccisa con una serie di colpi di pistola nel parcheggio del palasport di Pordenone la sera del 17 marzo 2015 insieme al fidanzato, il militare pugliese Trifone Ragone, non ha mai avuto dubbi che Giosuè Ruotolo, 29 anni, potesse essere il colpevole. Soprattutto dopo i due lunghi processi che, con le sentenze della corte d’Assise di Udine e della corte d’Assise d’Appello di Trieste, hanno condannato all’ergastolo l’unico indiziato. Ma ora, Rosario aspetta di chiudere la vicenda a Roma, davanti ai giudici della Corte Suprema. La difesa di Ruotolo, rappresentata dagli avvocati Roberto Rigoni Stern e Giuseppe Esposito, ha presentato il ricorso in Cassazione pochi giorni fa: cercherà di dimostrare che è stato un errore giudiziario, dovuto a una interpretazione "illogica, contradditoria e incompleta" di indizi e testimonianze contro il militare di Somma Vesuviana. Il ricorso è costituito da 77 pagine fitte di rilievi mossi alla Corte d’appello: la convinzione è che vi siano ampi margini per annullare la sentenza. "In Appello – osservano i legali – alcuni dati probatori sono stati stravolti, fraintesi nel loro significato, forzati nella loro interpretazione". Per la famiglia di Teresa, però, Ruotolo è da sempre stato l’unico colpevole. "Non ha mai detto la verità - spiega il padre di Teresa -. È lui il colpevole. Fino a quando avrò fiato e vita andrò avanti. La morte di Teresa è un macigno che ci stiamo portando sulle spalle. In tanti sapevano delle discussioni tra Trifone e Ruotolo, anche all’interno della caserma di Cordenons".

Per la procura di Pordenone, che ha seguito e chiuso le indagini dopo aver ascoltato oltre 600 persone, Ruotolo aveva ucciso per odio e sete di vendetta maturati nei confronti di Teresa e Trifone. "Aspettiamo la Cassazione - dichiara Rosario Costanza -. Poi prepareremo una denuncia contro la caserma di Cordenons che sapeva delle tensioni tra Ruotolo e Trifone, ma non ha mai denunciato. Se avessero allontanato Giosuè si sarebbe evitata questa tragedia".