Dal 2008 perse 1.500 ditte di artigiani

Il presidente dell’Unione: questo è l’inverno più duro degli ultimi 50 anni

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"L’inverno che stiamo vivendo sarà il più difficile degli ultimi 50 anni". Lo ha detto il presidente dell’Unione Artigiani Nicola Marini, domenica, durante l’assemblea annuale dell’associazione. Marini ha sottolineato la "carenza di materie prime col conseguente aumento dei costi di produzione", "in tutti i settori, rendendo quasi impossibile lavorare con continuità.

Nonostante il lieve aumento del fatturato", i redditi "sono in diminuzione. Prima di tutto per il caro energia", doppio per gli imprenditori, in azienda e a casa, quindi "l’inflazione", "senza dimenticare il conflitto in Ucraina", che si unisce ad una "pressione fiscale record". "Le imprese lodigiane nel 2008, quando è scoppiata la prima grande crisi, erano 6.300, il 38% del tessuto imprenditoriale composto da 16 mila imprese attive; oggi sono 4.800 su 14 mila totali: in 14 anni abbiamo perso 1.500 aziende – sottolinea il segretario Mauro Sangalli –. Eravamo considerati la provincia più artigiana della Lombardia, legata a terziario, servizi alla persona e benessere, filiere edilizia ed elettromeccanica e autoriparazione. Ora i bonus del Governo hanno rilanciato le costruzioni, ma il mercato è drogato: quando finiranno si rischia di passare da un estremo all’altro. Inoltre il tema dell’energia si può risolvere con la politica, ma se aumentano i tassi di interesse della Bce, anche se il nostro Artifidi funziona nell’offrire garanzie, non si torna indietro. Quello lodigiano è un artigianato di filiera interna: se il mercato s’inceppa si blocca tutto". L.D.B.