Lodi, cyberbullismo tra gli studenti: "La scuola ha agito bene"

Foto hot della compagna sul telefonino. I commenti fuori dal plesso

Ragazzini col cellulare

primary education, friendship, childhood, technology and people concept - group of happy elementary school students with smartphones and backpacks sitting on bench outdoors GIOVANI DIPENDENZA DA CELLULARI SMARTPHONE ADOLESCENTI bambini

Lodi, 20 marzo 2019 - «E' positivo che la scuola abbia chiamato la Questura per risolvere questo caso di cyberbullismo: le ragazze vanno tutelate. Se non denunciamo ciò che avviene, quello che si fa per contrastare il fenomeno della violenza contro le donne a cosa servirebbe? Poi mi auguro che anche il ragazzo sia aiutato, non va lasciato solo». A parlare è Federica Azzali, una della mamme che, fuori dalla scuola media, ieri, commentavano l’episodio che ha portato, lunedì, alla denuncia alla procura dei minorenni di Milano di un 14enne con le accuse di estorsione e di possesso di materiale pedopornografico. Dalle prime ricostruzioni effettuate dalla Polizia una 13enne, infatuata del compagno di classe, più grande perché ripetente, gli avrebbe mandato degli scatti in cui posava nuda. Il 14 enne, però, avrebbe presto iniziato a ricattarla: «Mandami altre foto intime o lo dico ai tuoi genitor».

Le immagini, inoltre, sono state diffuse via whatsapp a studenti, anche di altre scuole, finché la 13enne venerdì non ha minacciato il suicidio e le sue amiche hanno raccontato ai docenti cosa stesse accadendo. Da qui le prime accuse penalmente rilevanti, anche se le indagini proseguono. «La scuola ha lavorato tantissimo, con progetti sul cyberbullismo che sono stati occasione per parlare del tema a casa con mia figlia -  prosegue Azzali -. Ma poi devono essere i genitori a controllare i ragazzi e ad intervenire». «Ha fatto bene la preside a chiamare la Questura e a parlare del caso sui giornali: altre scuole avrebbero tenuto tutto nascosto -  commenta un papà, Giuseppe Lupi -. La scuola aveva già fatto due incontri in oratorio sul tema del cyberbullismo anche per i genitori». «Dicono che il ragazzo, abbia un carattere un po’ forte, aggressivo -  afferma Nazzaro Roversi, venuto a prendere la nipote -. Queste cose non dovrebbero succedere e i ragazzi non dovrebbero portare a scuola il telefono; anzi a quest’età non dovrebbero neppure averlo. Divulgare le foto è la cosa peggiore».

«E' giusto denunciare ma far intervenire la Questura con le volanti come se fosse una retata non fa che far sentire la ragazzina una poco di buono e il ragazzino un delinquente - dichiara Sara Roverso, mamma ed educatrice -. La vicenda era venuta a galla, la ragazza era stata messa in sicurezza: perché non si è progettato un intervento con la Questura invece di chiamare il 112? Il mio timore è che la questione si chiuda così mentre va fatto un lavoro di tipo culturale, a partire già dalle scuole primarie». «I ragazzi devono essere controllati dai genitori, soprattutto nell’uso della tecnologia -  dice Roberto Pagani -. Lei è ancora una bambina, va protetta, è stato giusto chiamare la Questura».