Lodi, cyberbullismo a scuola: c'è un secondo ragazzino indagato

La Questura ha segnalato un 13enne che avrebbe diffuso via WhatsApp le foto intime della ragazzina

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Lodi, 11 aprile 2019 - La Questura ha segnalato un altro adolescente alla procura minorile per il caso di cyberbullismo che ha avuto luogo in una scuola media di Lodi il 15 marzo scorso e che ha portato una 13enne a minacciare il suicidio.

Si tratta di un 13enne, che frequenta un altro istituto scolastico e che, ricevute le foto intime della ragazzina tramite WhatsApp, le ha a sua volta fatte girare, rendendosi responsabile di pedopornografia. A differenza del 14enne, subito denunciato per possesso di immagini pedopornografiche e per estorsione, in quanto pretendeva altre foto di nudo della sua compagna di classe, con la minaccia di raccontare tutto ai genitori, il 13enne non è imputabile ma sarà comunque preso in carico dal tribunale dei minori di Milano. La Questura, con quest'ultima segnalazione, procedendo di cellulare in cellulare e interrogando una dozzina di ragazzini, che avevano ricevuto le foto ma non le avevano condivise, ritiene di aver arginato la diffusione delle immagini intime, trasmesse solo tramite WhatsApp, non postate sui social. "Sono state tutte bloccate" - afferma Alessandro Battista, capo della squadra mobile. L'indagine ora riguarda invece le ragazzine che il 14 enne aveva tra i contatti del telefono, per verificare che non ci siano state altre vittime, anche se al momento non è emerso nulla.

Intanto sabato Paolo Picchio, il papà di Carolina, la 14enne suicidatasi nel 2013 cui sono stati poi dedicati la legge 71 del 2017 sul cyberbullismo e la Fondazione Carolina che si batte appunto contro questo fenomeno, alle 10 porterà la propria testimonianza in un incontro pubblico rivolto a studenti e genitori della città, che si terrà nell'aula magna dell'istituto don Milani, in via Salvemini. Interverranno anche Marco Bernardi, educatore, ed Anna Livia Pennetta, avvocata, con lo slogan #iocliccopositivo.