Il cucciolo di riccio salvato a Somaglia
Somaglia (Lodi), 7 ottobre 2020 - Gli animalisti salvano un riccio ma, per trasportarlo in un centro specializzato, si scontrano con la burocrazia. “Non ci aiutano perché, secondo la legge, è una specie non meritevole di essere salvata in quanto autoctona”. Virginia Bescapé, gattara di Somaglia, sempre in prima linea per aiutare i trovatelli, racconta una storia del cuore che non trova soluzione. “Remiamo ogni giorno contro burocrazia ottusa che ci impedisce di fare del bene a chi non ha voce per chiedere aiuto ma vive in stato di sofferenza – introduce amareggiata – E’ la lotta del senso civico che si scontra con procedure più o meno giuste e che, secondo me, potrebbero avere deroghe quando si tratta di aiutare bestiole in difficoltà”.
Si riferisce al salvataggio del cucciolo di riccio recuperato, da una mano pietosa, a lato della strada di Somaglia che costeggia l’autogrill: “La bestiola, probabilmente spaventata dai trattori, si è spostata da un campo verso la carreggiata e col rischio di un investimento. E’ stata portata per una visita in clinica veterinaria a Codogno e sfamata con latte e crocchette dei gatti messe a bagno come indicato dal medico – racconta – Ma sarebbe necessario che qualcuno portasse l’animale a Vanzago, Monza Brianza, circa 70 chilometri, per cure più specifiche in un centro che accoglie selvatici. Però purtroppo non abbiamo trovato una staffetta e la polizia provinciale ci ha risposto che non può attivarsi in merito perché il ricco è una specie non meritevole di essere salvata in quanto autoctona”. Bescapé conclude “sono indicazioni di Regione Lombardia, pare. Ma non riesco ad accettare che ci siano animali di serie a e di serie b e spero che qualcuno ci aiuti lo stesso”.