Lodi siccità, l'allarme degli agricoltori: "A rischio l'irrigazione per l'estate"

La Provincia di Lodi scrive alla Regione Lombardia chiedendo un intervento in aiuto al settore primario

Mietitrebbia in azione sui campi (Archivio)

Mietitrebbia in azione sui campi (Archivio)

Lodi - Dopo il grido di allarme di Ettore Grecchi, presidente del Consorzio Muzza Basso Lodigiano di Lodi, che gestisce la rete idrica del territorio lodigiano, la Provincia si attiva. C’è infatti il grande rischio che, quest’estate, non si riesca a irrigare i campi per mancanza di scorte idriche dovute alla scarsa neve e alle scarse precipitazioni della fredda stagione. “La Provincia di Lodi ha chiesto alla Regione Lombardia di adottare immediate misure di emergenza, per attenuare il devastante impatto, sul settore agricolo, della gravissima crisi idrica in corso, come testimoniato dalla decisione, assunta dalla giunta regionale, di ridurre del 50% la portata del Deflusso Minimo Vitale nel fiume Adda. Scelta fatta al fine di incrementare, ancorché in misura residuale, l’invaso nel lago di Como, per poterne fruire in seguito – spiega una nota della Provincia - Il bassissimo livello idrico dello stesso lago, che si trova oggi a meno 28 centimetri sullo zero idrometrico, rende di fatto impossibile far defluire una portata maggiore dei circa 35 metri cubi al secondo, oggi presenti nel fiume, impedendo di mettere in esercizio il canale Muzza e tutta la rete irrigua lodigiana a servizio dei 55.000 ettari di superficie agricola coltivata nel territorio, rispetto alla consueta scadenza del 19 aprile”.

Le derivazioni autorizzate al Canale Muzza consentono, al momento, esclusivamente di garantire il mantenimento in esercizio della centrale termoelettrica di Tavazzano/Montanaso e l’alimentazione di alcuni canali consortili che, per motivi ambientali e igienico-sanitari, non possono essere posti completamente in asciutta, assicurando una minima circolazione idrica superficiale estremamente vitale per tutto il territorio. Il problema è che al momento non è possibile stabilire una data di rinvio per procedure che avrebbero dovuto essere attuate ora: ”Questo perché siamo in assenza di previsioni di precipitazioni meteoriche, di dimensioni adeguate, a favorire una inversione dello stato di criticità - ribadisce l’ente, diretto dal presidente Fabrizio Santantonio - Il rimedio prospettato consiste nel rilascio dell’unica risorsa idrica al momento disponibile, rappresentata dai volumi (ancora significativi, benché inferiori del 60% rispetto alle medie degli ultimi 15 anni) degli accumuli di neve nel bacino montano dell’Adda, consentendo alle acque di scioglimento di affluire al lago di Como senza essere trattenute dai serbatoi idroelettrici alpini”.

Santantonio ha quindi scritto una lettera al governatore Attilio Fontana, indirizzandola, per conoscenza, anche agli assessori Fabio Rolfi (Agricoltura), Raffaele Cattaneo (Ambiente e clima) e Pietro Foroni (Territorio e protezione civile). Sono infatti i promotori, per le rispettive competenze, della delibera di deroga al Deflusso Minimo Vitale. L’hanno infine ricevuta l’assessore Massimo Sertori (Enti locali e montagna) e l’altro esponente lodigiano della giunta regionale, l’assessore allo Sviluppo economico Guido Guidesi. ”Le motivazioni che hanno indotto la Regione a disporre il dimezzamento rispetto alla soglia minima dei volumi rilasciati dal lago di Como sono comprensibili, perché i territori a monte vivono una condizione di gravità non inferiore a quella subita a valle - afferma il presidente Santantonio - ma dentro un quadro di insieme è assolutamente indispensabile individuare rimedi in grado di conciliare ogni interesse e necessità. Siamo molto preoccupati e facciamo nostra la preoccupazione degli agricoltori locali, un comparto che conta oltre 1.200 imprese, con quasi 3.000 addetti ed una produzione lorda vendibile che esprime circa il 6% di quella regionale”.

La provincia si è basata sulle analisi e sulle indicazioni fornite dal Consorzio Muzza Bassa Lodigiana, il soggetto gestore del dispositivo irriguo del territorio. "la cui struttura tecnica e dirigenziale è profondamente impegnata con la riconosciuta professionalità e dedizione ad affrontare la delicata situazione in corso" aggiunge con riconoscenza il presidente della Provincia. Chiusura con un suggerimento: ”E’ necessario venga liberata la risorsa resa disponibile dallo scioglimento delle nevi alpine - ribadisce Santantonio - Le logiche ordinarie con cui queste portate vengono rilasciate dai serbatoi idroelettrici alpini, in tempi lunghi e con bassi volumi giornalieri, sono inadeguate rispetto alla attuale condizione di estremo bisogno dei territori e delle attività agricole di valle, alle prese con un deficit idrico insostenibile. Lo si faccia previa ogni opportuna verifica di ordine tecnico con le imprese di produzione idroelettrica, ovviamente”.