Costringevano ragazze a prostituirsi Sgominata banda di cinque nigeriani

Lodi, vittime reclutate in Libia con riti Voodoo, poi scortate sui barconi o fatte fuggire da centri di accoglienza. Venivano tenute in una condizione di totale assoggettamento e alloggiate prevalentemente a Melegnano

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di Paola Arensi

Riti Voodoo in Libia, violenze e stupri in Italia. Secondo l’accusa era così che i cinque nigeriani arrestati ieri dalla polizia e che gravitavano tra Lodigiano e sud Milano, "convincevano" giovani connazionali a prostituirsi sulla provinciale 40 Binasca di Melegnano e consegnare tutti i guadagni. Le "reclutavano" in Libia, talvolta scortandole sui barconi, oppure le facevano fuggire dai centri di accoglienza italiani. Per poi chiedere loro tutto il guadagno della prostituzione, come una sorta di pagamento del debito accumulato per arrivare in Europa e lavorare su specifiche piazzole. Il tutto protette da una “Maman“, la nigeriana che gestiva il giro in un appartamento di Melegnano e si occupava di raccoglierne i proventi. Quest’ultima avrebbe collaborato con una connazionale torinese, a propria volta finita in manette, la quale avrebbe anche accompagnato fisicamente le prostitute nelle piazzole. E per questa tratta di donne Libia-Italia e altri reati, ieri all’alba sono scattate cinque custodie cautelari in carcere. A carico dei fermati si contano, a vario titolo, accuse pesanti: tratta di persone, riduzione in schiavitù, sfruttamento della prostituzione. Ma anche estorsione e favoreggiamento della prostituzione. Sono stati gli agenti della squadra mobile della Questura di Lodi, con la collaborazione delle Questure di Milano, Torino, Campobasso e Novara, ad eseguire i provvedimenti, emessi dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Milano, su richiesta della Procura della Repubblica di Milano - DDA Direzione distrettuale a antimafia. In particolare, i poliziotti lodigiani hanno eseguito due arresti a Melegnano (un uomo e una donna) e uno a San Giuliano (un uomo).

Per gli inquirenti si tratterebbe, almeno in due casi, di nigeriani collegati con alcuni degli indagati presi nell’ambito della precedente operazione “Clean parks”. Vecchie conoscenze, insomma, per gli inquirenti lodigiani. All’epoca, nel dicembre 2021, erano finite nei guai 12 persone accusate di spacciare nei parchetti del capoluogo. Erano stati eseguiti dodici provvedimenti cautelari, emessi dal Giudice per le indagini preliminari, nei confronti di undici nigeriani e un somalo, tutti profughi richiedenti asilo, in Italia senza fissa dimora, ritenuti responsabili di spaccio di sostanze stupefacenti. L’attività di indagine, coordinata dalla Procura di Lodi, era stata svolta nel periodo gennaiosettembre 2021 dal personale della Questura di Lodi. L’operazione scaturiva dalle numerose segnalazioni di cittadini che segnalavano la perdurante presenza, nei parchi cittadini, di soggetti di etnia africana intenti a spacciare sostanze stupefacenti.