Coronavirus, a Corno Giovine il 65enne Mario è tornato alla vita

Era il primo paziente della zona rossa. Solo e senza contatti sociali è stato di fatto adottato dal team medico del San Paolo

Mario Foletti in mezzo al team medico del professor Antonino Privitera

Mario Foletti in mezzo al team medico del professor Antonino Privitera

Corno Giovine (Lodi), 3 apriel 2020 - "Sono vivo e tornerò presto". Mario Foletti, 65 anni a maggio, residente a Corno Giovine, mostra il pollice alzato circordato da medici e personale del reparto di Riabilitazione dell’ospedale San Paolo di Milano dove è ricoverato da circa un mese e mezzo, dal 25 febbraio. Lui, solo in casa, pochi giorni prima, dopo i primi sintomi, il 17 febbraio era finito prima a Crema, poi trasferito al San Matteo di Pavia e alla fine all’ospedale milanese in condizioni critiche: subito in terapia intensiva, era stato intubato per aiutarlo a respirare.

Per il San Paolo, Mario è stato il primo paziente contagiato da Covid proveniente dalla ex zona rossa della Bassa Lodigiana e una sorta di paziente 2 dopo che a Codogno era stato scoperto il primo caso il 20 febbraio. Un calvario durato tre settimane che sembravano non finire mai per il 65enne anche se ora il peggio sembra essere passato e l’ex autista di pullman può guardare con fiducia al futuro.

In ospedale dovrà starci ancora, ma sono lontani i giorni più dolorosi e drammatici: ora è nelle mani dello staff di riabilitazione del professor Antonino Previtera per sedute di fisioterapia respiratoria e la certezza di vivere. Mario parla e già pregusta quando potrà uscire e fare qualche scampagnata nel Piacentino. Merito anche del team di riabilitazione dell’ospedale milanese che lo ha di fatto adottato: un po’ perchè è stato il primo paziente Covid arrivato nei primi giorni dell’emergenza e poi perchè il 65enne era sopraggiunto in ospedale senza documenti nè vestiti, vittima di un disguido.

Passato il periodo più brutto, è stato lo stesso personale sanitario a cercare di capire se avesse parenti con i quali potesse mettersi in contatti. Medici e infermieri si sono subito premuniti di fargli avere ciabatte, un pigiama, qualche vestito. Ma non solo: è stata la fisioterapista Daniela Golasseni che ha telefonato in farmacia a Corno Giovine, cercando di capire se il 64enne avesse parenti. È emerso un cugino con il quale ora l’ospedale può interfacciarsi. E proprio ieri il Comune di Corno Giovine gli ha fatto avere la carta d’identità in ospedale.