Coronavirus a Codogno: ex zona rossa, il terrore di uscire di casa

Strade deserte e ingressi controllati nei supermercati: lo choc per chi ha visto famiglie decimate e amici morire ha sconvolto le vite

Uno scorcio di via Roma la via principale di Codogno con bar e negozi chiusi

Uno scorcio di via Roma la via principale di Codogno con bar e negozi chiusi

Codogno (Lodi), 25 marzo 2020 - Le strade restano deserte nei comuni della ex zona rossa del Basso Lodigiano. A quasi cinque settimane dalla scoperta, all’ospedale di Codogno, del primo paziente italiano positivo al Covid 19 (dimesso lunedì dal San Matteo di Pavia) e dalla pressoché immediata entrata in vigore di misure di isolamento, la parola d’ordine rimane "prudenza". E questo nonostante i dati degli ultimi giorni relativi al numero di contagi in questa zona della Pianura Padana mostrino qualche segnale positivo. E quelli di ieri, in particolare, siano stati molto positivi. Con zero nuovi contagiati in molti centri.

«Non demordere e continuare a rispettare alla lettera le disposizioni delle autorità uscendo solo il minimo indispensabile" è l’imperativo che viene comunque ripetuto in continuazione dai sindaci del territorio che continuano anche a far girare per le strade le auto di vigili e protezione civile che, con altoparlanti, raccomandano di stare in casa. Perché, se una cosa l’ha imparata la gente di queste parti, è che il Covid 19 è una malattia infida e ha un tasso di espansione potente. Altissimo, in termini di vittime, è il prezzo pagato dai residenti di questi comuni. Nessuno è stato risparmiato dall’aver perso un familiare, un amico o un conoscente. Ci sono paesi, come Castiglione d’Adda, che hanno pianto gruppi di settantenni. Amici, in pensione, che si ritrovavano a passare i pomeriggio giocando a carte in un bar e a cui il virus non ha lasciato scampo. Ma anche persone più giovani e in salute .

Tante ordinanze e disposizioni del Governo si sono susseguite in queste cinque settimane. Le maglie delle cose che si potevano fare e non fare si sono strette per giorni e poi allargate. Per poi di nuovo stringersi, in seguito a giri di vite imposti ad esempio alle corse all’aperto, alle aziende, ai bar e ai tabaccai. Qui comunque ancora oggi si continua a entrare contingentati nei supermercati, forse addirittura in maniera più rigida rispetto alle due settimane in cui (dal 23 febbraio all’8 marzo) è stata in vigore la zona rossa con i check point delle forze dell’ordine. E qualche risultato, facendo parlare i dati, sembra essere stato ottenuto.

Nel comune più grosso, Codogno, i contagiati da coronavirus, in base ai dati diffusi ieri, sono 268. Stabili rispetto alle 24 ore precedenti e cresciuti di poche unità dai 262 del venerdì della scorsa settimana.  Non si ferma ancora l’incremento a Castiglione d’Adda (forse il vero focolaio della zona): ieri i contagiati (su circa 4.500 residenti) erano 180, due in più rispetto a lunedì e ben 18 in più rispetto a venerdì scorso. Sono passati invece da 165 a 166, nel giro di ventiquattro ore gli ammalati di Casalpusterlengo ed erano 154 alla fine della settimana passata. Tra i dieci comuni che erano stati circoscritti nella zona rossa poi il virus ha colpito 45 persone a Maleo, dato che resta fortunatamente stabile da giorni. A Castelgerundo si è passati da 27 a 30 ammalati, mentre Fombio resta da lunedì a 29 contagiati. Anche a Somaglia il quadro sembra stabilizzato da qualche giorno a quota 27, così come a San Fiorano la crescita degli ultimi cinque giorni è stata di un caso (da 25 a 26). Terranova de’ Passerini, un po’ in controtendenza invece, è passata da 6 a 9 malati. Infine Bertonico resta ferma da giorni a tre casi.