Coronavirus, svuotato e sigillato l’ospedale di Casalpusterlengo

Ospiterà solo contagiati di media intensità. E anche a Codogno suscita timori il rinvio della riapertura del Pronto soccorso

Il Pronto soccorso chiuso all'ospedale di Codogno

Il Pronto soccorso chiuso all'ospedale di Codogno

Casalpusterlengo (Lodi) 22 aprile 2020 - Destini incrociati per i due ospedali della Bassa su cui si concentrano preoccupazioni differenti ma nella sostanza uguali: paura di chiudere, di perdere servizi, di non ritornare a pieno regime dopo l’emergenza. Ieri è stata completata la “spoliazione“ del presidio di Casale con diversi camion che sono stati caricati di letti, armadi, comodini e persino quadri, diretti verso i nosocomi di Lodi e Sant’Angelo. Dopo il trasferimento dei reparti di Riabilitazione, Geriatria, Sub acuti, Degenza e Day hospice oncologico tra Codogno e Lodi, ora il secondo, terzo e quinto piano del presidio di viale Fleming sono stati completamente svuotati e sigillati.

A oggi rimane solo il blocco di Radioterapia e Dialisi che però dovrebbe trasferirsi a breve. In teoria, parte dell’ospedale casalino dovrebbe ospitare pazienti contagiati dal Coronavirus e sottoposti a misure di isolamento ma che contestualmente sono bisognosi di cure di media intensità come il controllo della temperatura e della saturazione. Ad oggi però non si è ancora visto alcun paziente anche perché occorre prima reperire il personale.

«Dell’ospedale non resta più nulla – attacca il gruppo di minoranza di centrosinistra Tutti per Casale – Quale sia il motivo per cui sia stato saccheggiato e depredato è un mistero. La giustificazione sulla carenza di personale medico-ospedaliero non regge e ci chiediamo perché, a fronte della criticità in cui versava il presidio di Codogno, non è stato valorizzato il nostro nosocomio per garantire l’erogazione delle cure in una struttura funzionale, organizzata e “pulita“". L’opposizione attacca anche il sindaco che aveva ribadito che l’ospedale sarebbe stato rilanciato. Invece "c’è stato chi ha colto l’occasione per avviare un piano di riorganizzazione per smantellare i presìdi ospedalieri territoriali, ipotizzandone la vendita, a favore di grossi poli ospedalieri preferibilmente privati".

Stesse incognite anche per l’ospedale di Codogno con il Pronto soccorso e la Rianimazione svuotati di arredi e strumentazioni. Ieri c’è stato un contatto telefonico tra il sindaco Francesco Passerini e il direttore generale dell’Asst, Massimo Lombardo. "Non c’è alcuna volontà di non riaprire i servizi oggi chiusi – ribadisce il sindaco – L’Asst mi ha confermato che stanno lavorando per riaprire il Pronto soccorso e spero che ciò avvenga entro l’estate. La collocazione del reparto di Emergenza a Codogno è imprescindibile. Si stanno definendo tempi e modalità".