Coronavirus, viaggio nel Basso Lodigiano: blindati tra i confini della sottile linea rossa

Assalto “ordinato” ai pochi market aperti, centri vuoti e l’arrivo dei posti di blocco

Supermercati nel Basso Lodigiano

Supermercati nel Basso Lodigiano

Codogno (Lodi), 24 febbraio 2020 - Le macchine in giro ieri mattina come formiche impazzite avevano un’unica destinazione: trovare un supermercato aperto per fare scorte di cibo e prodotti di prima necessità. Gli unici punti vendita a saracinesche alzate erano a Casalpusterlengo mentre a Codogno, un’altro dei dieci centri inseriti nel cordone sanitario istituito per cercare di contenere la diffusione del Coronavirus, era tutto sbarrato, circostanza che ha avuto come effetto la “migrazione” dei codognesi verso Casale. Nei principali centri commerciali si sono formate subito lunghe code, determinate dal fatto che l’entrata era regolamentata da un addetto esterno che faceva entrare un numero di clienti pari a quanti ne uscivano.

Nessuna scena di isteria né di nervosismo: le file si sono smaltite in maniera molto ordinata nonostante decine persone siano rimaste ad attendere il proprio turno per parecchi minuti con il carrello in mano. In attesa che anche i supermercati di Codogno possano aprire i battenti nella giornata di oggi come dovrebbe avvenire secondo le indicazioni arrivate ieri sera, vista anche la nota della Prefettura di Lodi che indica come "servizi essenziali" supermercati e iper. Ieri sera però non vi erano ancora notizie certe.

«Ora devono essere i vari punti vendita a decidere se e quando aprire. Lo decideranno molto probabilmente oggi. Le botteghe di vicinato però saranno sicuramente aperte", ha detto ieri sera il vicesindaco codognese Raffaella Novati. Ieri doveva essere anche la giornata del blocco totale in ingresso e in uscita dalla cosiddetta zona rossa delimitata dai dieci comuni, ma fino alla mattina il piano di cinturazione non era ancora stato definito sotto il profilo operativo. Chiunque poteva uscire dalla linea immaginaria tracciata a mo’ di confine da non superare per recarsi a fare la spesa o a partecipare alla messa. Solo nel tardo pomeriggio sono scattati i blocchi ai varchi, 35 in totale sparsi ai confini dei dieci comuni. Nella zona interdetta invece, a eccezione dei supermercati di Casale, era tutto chiuso e qualsiasi manifestazione o iniziativa sospesa.

Poca gente a piedi, soprattutto per portare a spasso il cane, qualcuno in bicicletta, ma i centri storici erano praticamente spopolati. Le forze dell’ordine, in attesa di entrare in azione in virtù della disposizione di chiudere i varchi, hanno pattugliato l’intera zona rossa per verificare se vi fossero criticità. Il clima è surreale sicuramente e "siamo di fronte a una situazione straordinaria, mai vista e mai affrontata in passato", hanno ribadito molti codognesi. Ma "tutto viene affrontato con la giusta preoccupazione, ma con grande tranquillità".