Coronavirus, al pronto soccorso ora è quiete: "Nel Lodigiano il picco è stato superato"

Il primario Paglia: accessi puliti per i non covid. Ma chi è perfettamente in salute è meglio non venga

Stefano Paglia, 49 anni primario del Pronto soccorso di Lodi e Codogno

Stefano Paglia, 49 anni primario del Pronto soccorso di Lodi e Codogno

Lodi, 2 aprile 2020 - Dal 21 febbraio è in prima linea nella gestione dell’emergenza coronavirus. Stefano Paglia, 49 anni, primario del Pronto soccorso di Lodi e Codogno, in questi giorni non hai mai smesso di indossare il camice, lavorando alacremente con i colleghi per limitare il contagio da Covid-19 in Italia e aiutare le persone già colpite dal virus. Ha gestito in prima linea l’evolversi della diffusione del coronavirus dalla zona rossa, da Codogno, città focolaio dell’epidemia in Italia. Ora, Paglia, a sei settimane dall’inizio di questa brutta vicenda, è diventato un punto di riferimento per i medici italiani e di altri Stati europei per aver messo in piedi un modello per diagnosi da Covid-19 tempestive.

Dottor Paglia, com’è la situazione al pronto soccorso di Lodi in questo momento? "Posso dire che non siamo in piena emergenza. Il picco è stato superato, almeno nel Lodigiano, il 13 marzo. Ora stiamo affrontando un momento di quiete, dire che siamo sul plateau della curva. Da tre giorni accedono al Pronto soccorso di Lodi circa 30 persone per sintomi riconducibili a Covid-19. Per capirci: solo tre settimane fa erano tra i 100 e i 120 accessi".

Come giustificate il netto calo degli accessi? "Nel nostro territorio i cittadini hanno ormai acquisito grande esperienza nella gestione del virus. Siamo la provincia che da più tempo sta affrontando questo problema. Se una persona ha il presentimento di aver contratto il coronavirus ha capito ormai che deve contattare il medico di base per poi procedere. In ospedale bisogna venire solo in caso di sintomi evidenti".

Come avete organizzato gli accessi al pronto soccorso? "Da qualche settimana abbiamo attivato un doppio Pronto soccorso di Lodi, con un ingresso “pulito“ per i pazienti che non presentano problemi legati al coronavirus e uno “sporco“ per i presunti casi di Covid-19. Il primo è stato allestito nell’accesso all’ospedale di via Secondo Cremonesi e vede l’aiuto dei medici militari che hanno installato una tenda per il pre-triage. Il Pronto soccorso Covid-19 invece è rimasto quello principale in viale Savoia".

Ci sono rischi di infettarsi per chi viene al pronto soccorso? "Al Pronto soccorso non bisogna rivolgersi se si è perfettamente in salute perché un rischio ovviamente c’è sempre. Solo se si hanno sintomi evidenti e problemi respiratori importanti bisogna venire da noi. Voglio dire però che non bisogna aspettare troppo in caso di altri problemi. Senza aver paura bisogna venire qui se ci sono altri problemi di salute. Ma questo i lodigiani sembrano averlo capito bene".