Coronavirus, chi sono i contagiati: tutti italiani nessuno è straniero

Il contagio probabilmente avvenuto in un bar di Castiglione d'Adda. Tra i positivi al tampone anche cinque tra medici e sanitari dell'ospedale di Codogno

Coronavirus, l'ospedale di Codogno (Ansa)

Coronavirus, l'ospedale di Codogno (Ansa)

Codogno (Lodi), 22 febbraio 2020 - Il primo contagiato in Italia da coronavirus è un trentottenne di Codogno, manager della Unilever, tuttora ricoverato in gravi condizioni. Come lui, ha contratto la malattia anche la moglie, incinta all’ottavo mese, che invece è ricoverata nel reparto di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano. Lì dove c’è pure un amico del trentottenne, di Fiorenzuola d’Arda, che è tornato dalla Cina il 21 gennaio: i due si sono incontrati «cinque o sei volte» dopo il suo rientro dall’Estremo Oriente, e anche a una cena all’inizio di febbraio; è lui il sospettato numero uno per la trasmissione del virus, anche se al momento il doppio tampone oro-faringeo è risultato negativo, tanto che si sono resi necessari ulteriori accertamenti sul sangue all’Istituto superiore di Sanità, a Roma, per cercare gli eventuali anticorpi sviluppati al Sars-CoV-2. Tra i contagiati ci sono anche cinque tra medici e sanitari e tre pazienti dell’ospedale di Codogno, il centro clinico dove il trentottenne si è presentato dopo i primi sintomi. E poi c’è un amico del manager, uno che condivide con lui la passione per la corsa; che a sua volta potrebbe essere stato il veicolo di contagio per tre anziani, di età compresa tra 70 e 80 anni, che frequentano abitualmente il bar di Castiglione d’Adda di proprietà del padre del podista.